Max 300 kg. C'è scritto in fondo alla pulsantiera dell'ascensore, ma tu non leggi. Tu, sferico edicolante che abiti al quinto. Tu, che da solo occupi tutta la cabina. Tu Ferrara che ha ingoiato Pavarotti. Tu che ogni volta devi invitare qualcuno a salire con te, in due in tre, dai che ci stiamo, ma dove ci stiamo? Hai pure la spesa, quelle buste rigonfie di carni sanguinolente, formaggi colanti, sfilatini accatastati alla shangai. E sali vaffanculo. E' un piccolo vecchio ascensore esausto. Dai che ci stiamo, dai che ci stiamo. Maledetto. Ci godi a salire assieme, a far respirare i tuoi umori, gli aliti di mortazza ed emmessemild, i metri quadrati di pelle evaporante. Un paio di volte, m'hai fregato, si perché mi preferisci, venga su almeno lei che è magro, e via nella capsula, l'agonia del cavo, il terrore di non arrivare. E' cambiato il tempo eh? Ma quanto magni, andassi a piedi, andassi.
Qualcuno lanci una raccolta firme per fermare la riproduzione di Totò, dei De Filippo e qualche volta di Troisi, sui cartoni delle pizze d'asporto. Ieri a protezione della mia margherita c'era un Totò con fazzoletto rosso al collo che infilava tranci di pizza nelle bocche aperte di Eduardo e Peppino.