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Lo spirito del viandante

In giro per lavoro nel profondo nord, zone di confine, con alcuni colleghi. Risolta la faccenda si cerca un posto dove mangiare. Giù di 8924, serie di indirizzi, trattorie possibili, quelle 'più vicine al luogo in cui siete'. Si decide per una con il nome più ispirante, da quel nome nasceranno una serie di aspettative non soddisfatte. Non voglio fare la cronaca del pasto o la recensione del locale ma denunciare la scomparsa definitiva di quello che chiamo 'lo spirito del viandante'. Il viaggiatore che attraversava lande desolate, esplorava borghi, feudi, che il cavallo gliel'avevano mangiato i soldati e s'appoggiava al bastone a cui legava un fagotto. Che andava di notte e si preoccupava di lupi e briganti. Quello lì.
Che quando trovava una locanda o una taverna sulla strada entrava e posava il mantello, che l'oste della malora gli scostava la panca e gli versava il vino, che la figlia maiala dell'oste gli portava la scodella col pasto caldo e gli faceva l'occhietto. Lui, il viandante, mangiava e beveva con gusto, il cucchiaio di legno che grattava il fondo, il pane caldo che assorbiva, strisciava, ripuliva, vota la coppa piena riempi la coppa vota nun la lassà mai piena nun la lassà mai vota, un ruttino qua e là e le monete che cadevano sul tavolo alla fine.

Io quello spirito lo evoco, seguito a tenere accesa quella fiammella, la proteggo dai gamberi rossi, dalle città del gusto, dagli chef che impiattano, presentano, guarniscono e dosano. Da quelli che fanno girare il bicchiere, ci infilano dentro il naso e sentono le uve della franciacorta, gli scirocchi che scaldano i vitigni e le botti di quercia e magari gli casca dentro la caccoletta.
Oggi si entra in un ristorante come Kezich entra in un cinema, critici. I tempi di cottura, la consistenza dell'impasto, l'acqua dura, l'abbinamento del vino, le carni d'allevamento, il retrogusto e le grappe morbide. Si mangia parlando di ciò che si mangia e si esce con la pagella. Cari colleghi che mangiate con me nei ristoranti, quando vorrete andarvene giusto un pochettino affanculo io, da buon viandante, vi indicherò la strada.

Commenti

  1. E' da qualche tempo che, casualmente, ho scovato il tuo blog. Forse rimbalzando da Tvblog, ma non ci giurerei.

    Ogni tanto dò un'occhiata per vedere se hai sfornato un nuovo post e mi faccio due risate.

    Oddio, non è che mi metto a ridere tenendomi la pancia, però ridacchio ebete, che poi è la cosa che preferisco.

    Ieri ad esempio ero proprio triste-triste, incazzata-come-una-biscia, dopo che le Poste Italiane si sono sentite in dovere di farmi sapere che ho 300 eurini, ripartiti in 3 comode multe, da pagare e mi sono detta: "Fammi un po' vedere Texeragay che dice..." (così ti chiamo che ce voi fa?).
    Beh, mi è venuto da ridere, alla faccia dei Vigili Urbani! Tiè!

    Tutto sto sproloquio solo per farti i complimenti.

    Bel blog. Essenziale, divertente, caustico al punto giusto e quel che più conta: scritto davvero bene.


    Continua a postare, dunque. Io ti leggo :)


    Ciao

    Siouxie

    RispondiElimina
  2. Cara Siouxie, ti ringrazio molto per il gradimento e sono contento che tu mi legga ogni tanto. Le multe sono un momento di sana espiazione che ti avvicina alla luce. Un caro saluto, Jed

    RispondiElimina
  3. Que viva Jed!



    Ti dedico la sbronza del sabato notte....


    questo blog ha da essere pubblicizzato.


    Con sempierna stima
    La Siou

    RispondiElimina

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