Ancora ottobre e le sue ore. La sera prima sono in tshirt e il giorno dopo quasi spalo neve. In piena febbre da agricoltura biologica, seduto in treno parlo al telefono con un amico parimenti impazzito, ci si scambia apprezzamenti sulle virtù del cavolo nero e le delizie del retrogusto amaro del cavolo cappuccio crudo. Ieri sera all'esselunga incrocio la velina Palmas, in tuta e coda di cavallo. Faceva la spesa, si chinava incautamente nei miei pressi, sceglieva ortaggi e frutta. Subito il dubbio: le chiedo di sperimentare con me la posizione del missionario techno in mezzo alle clementine o quella del fantino al recupero sul banco dei cachi bio? Nell'indecisione ho desistito, ho continuato a selezionare la mia insalata iceberg rimandando la possibile attività fisica, ma era anche tardi e si era tutti di fretta. A casa nel ciotolone ho soprassieduto con l'aceto balsamico, gli ho dato di limone, sempre bio.
Qualcuno lanci una raccolta firme per fermare la riproduzione di Totò, dei De Filippo e qualche volta di Troisi, sui cartoni delle pizze d'asporto. Ieri a protezione della mia margherita c'era un Totò con fazzoletto rosso al collo che infilava tranci di pizza nelle bocche aperte di Eduardo e Peppino.