Tornando da Reggio, sulla via Emilia la vedo sempre là. Immobile come uno spettro. Stasera c'erano quattro gradi a gelare i vestiti ma lei in piedi di fianco alla chiesa contava con gli occhi le macchine sulla via grande. La riconosci dai lunghi capelli neri e lisci che riflettono la luce del lampione giallo. Magra giovane e bella come quelle della tv, se ne sta lì tutta sola a domandarsi nella sua lingua come cazzo è che funziona questa bella vita europea. Invece di far finta di ballare sopra il bancone di un programma in tv e scoparsi un calciatore, è finita dentro le notti fredde di Cittanova a sperare di scaldarsi in un camion. Poi, la radio passa un'altra canzone e lei si fa piccola nel mio specchietto borghese.
Qualcuno lanci una raccolta firme per fermare la riproduzione di Totò, dei De Filippo e qualche volta di Troisi, sui cartoni delle pizze d'asporto. Ieri a protezione della mia margherita c'era un Totò con fazzoletto rosso al collo che infilava tranci di pizza nelle bocche aperte di Eduardo e Peppino.