Sei entrata nella mia vita solo due sere fa e mi hai già portato via due taniche di sangue, a giudicare dal numero dei punti di prelievo che ho contato sulla mia carcassa. Sei intelligente, ti nascondi sotto i mobili e se esci nella luce, voli alta e veloce ad una quota di sicurezza per poi sparire di nuovo, tipo stealth. Ti ammiro, stronza. Hai silenziato del tutto il ronzio, dopo millenni sei tra le prime ad aver capito che quello era il motivo per cui ci svegliavamo e vi stampavamo contro le pareti.
Mi hai studiato, sai che macchina ho e come mi sposto. Hai capito in quanto tempo mi addormento, hai capito che non devi volare dinanzi alla lampada per non creare ombra, hai fatto sopralluoghi e hai calcolato che tra tutte le stanze la mia sarebbe stata la più succulenta, senza lenzuola, con più nascondigli e senza troppe barriere tra te ed il tuo lavoro solitario. Ti ammiro, vigliacca.
Sei più intelligente dei miei cani e dei miei gatti e di certi miei parenti. Sospetto che tu sia la stessa che ho visto uscire dalla mia auto solo il giorno prima, adesso so che lo hai fatto solo per seguirmi nel portone e nell'ascensore o, peggio, per osservarmi dall'esterno della finestra. Sapevi anche che al suono del citofono avrei aperto per un attimo la zanzariera per controllare gli arrivi. Magari hai citofonato proprio tu, cercando il mio nome, non mi stupisco, ammiro la tua tecnica di caccia e il tuo sottile pensiero gelido, bastarda.
Ora io sono in ufficio e tu sei là, nella mia casa, immobile ad aspettarmi, come il coccodrillo che aspetta lo gnu. Sai che tornerò stanco e che dovrò dormire, e sai che quando mi addormenterò tu ti alzerai in volo nel pieno delle tue forze. Già sorridi pensando a quelle piastrine che accenderò per difendermi, perché tu sai che funzionano solo per le povere sciocche e piccole ronzanti, per te quei fumi sono solo inebrianti, eccitanti e ti predispongono meglio ad affondare l'ago nelle carni della tua vittima. Se gli Dei mi daranno la forza di non dormire e di approfittare del tuo primo errore, della tua prima disattenzione, sappi che ti colpirò e sarò il tuo Sandokan, oh tigre di merda.
Mi hai studiato, sai che macchina ho e come mi sposto. Hai capito in quanto tempo mi addormento, hai capito che non devi volare dinanzi alla lampada per non creare ombra, hai fatto sopralluoghi e hai calcolato che tra tutte le stanze la mia sarebbe stata la più succulenta, senza lenzuola, con più nascondigli e senza troppe barriere tra te ed il tuo lavoro solitario. Ti ammiro, vigliacca.
Sei più intelligente dei miei cani e dei miei gatti e di certi miei parenti. Sospetto che tu sia la stessa che ho visto uscire dalla mia auto solo il giorno prima, adesso so che lo hai fatto solo per seguirmi nel portone e nell'ascensore o, peggio, per osservarmi dall'esterno della finestra. Sapevi anche che al suono del citofono avrei aperto per un attimo la zanzariera per controllare gli arrivi. Magari hai citofonato proprio tu, cercando il mio nome, non mi stupisco, ammiro la tua tecnica di caccia e il tuo sottile pensiero gelido, bastarda.
Ora io sono in ufficio e tu sei là, nella mia casa, immobile ad aspettarmi, come il coccodrillo che aspetta lo gnu. Sai che tornerò stanco e che dovrò dormire, e sai che quando mi addormenterò tu ti alzerai in volo nel pieno delle tue forze. Già sorridi pensando a quelle piastrine che accenderò per difendermi, perché tu sai che funzionano solo per le povere sciocche e piccole ronzanti, per te quei fumi sono solo inebrianti, eccitanti e ti predispongono meglio ad affondare l'ago nelle carni della tua vittima. Se gli Dei mi daranno la forza di non dormire e di approfittare del tuo primo errore, della tua prima disattenzione, sappi che ti colpirò e sarò il tuo Sandokan, oh tigre di merda.
Bravissimo
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