Viviamo nel tempo della velocità, della sintesi, della caccia all'attenzione, delle mono-porzioni, dei micro-pagamenti, della mobilità estesa, del turn-over estremo e dell'ansia. Va benissimo, però diciamoglielo pure: - alla cassiera del Supermercato Futura della chiavica di paese dove abito; - ar 'monnezza' che puntualmente guida la sua cessocar col gomito fuori, davanti a me, nelle strade strette, mano destra per volante e sigaretta, mano sinistra per saggiare il vento e mignolo per riequilibrare la quantità di cerume nell'orecchio. - al cameriere placido di un certo ristorante, che con la scusa che non scrive perché si ricorda tutto, porta sempre le cazzo di cose che si ricorda lui, che non sono le cazzo di cose che ho ordinato io. - a Ratzinger, e al suo holy ghost-writer. - all'edicolante che mentre scopriva che non gli era ancora arrivato, io perdevo 4 treni. - a certi applausi di certe opere liriche. - a certi tergicristalli. poi se ci vogliamo calmare tu...