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Visualizzazione dei post da 2007

Supplizi decorativi

Sono molto colpito dall'albero di natale con questo poveraccio di angelo/angela (d'altronde sono asessuati) che ha la punta acuminata dell'abete che gli si pianta estaticamente su per il culo. Osservo la processione dei parenti e degli amici che si complimentano con mia madre per la bellezza dell'albero. Nessuno pare ravvisare il fatto che la creatura sulla cima sia praticamente impalata. Il velo di buonismo natalizio copre ogni cosa, anche le casalinghe con gli istinti di Vlad Tepes.

Butt-iglione

Non so ancora bene per quale forma di masochismo stasera mi sia soffermato su Porta a Porta . Ho visto un ottimo Mughini contenersi, fare ciaociao nevroticamente con le mani per evitare di alzarsi e sgozzare tutti i presenti cantando una canzone francese del secolo scorso, l'ho seguito difendere la sua bella laicità ad occhi rotanti. Ho poi ascoltato una saggia e chiara Vladimir Luxuria circondata dai soliti baciapile. Quello più grosso ce l'aveva di fianco: Buttiglione . Lui, che tempo fa aveva affermato che per risolvere i problemi del paese ci vorrebbero più chiese. Ora io vorrei esulare dai contenuti del poco edificante dibattito e concentrarmi un attimo su quest'uomo: Buttiglione. Ma che faccia ha? Esiste in natura qualcosa di più irritante della faccia di Buttiglione? Una faccia senza alcun senso apparente . Cosa avrebbe detto Lombroso di lui? Già lo vedo a disperarsi nel suo laboratorio: ma che faccia ha questo? Porca troia non esiste da nessuna parte, mi sputtana

I Monz

Quando venni ad abitare qua loro c’erano già. Notai quel lampo negli occhi suoi e della moglie stringendo quelle due mani circa sei anni fa. Era un segnale, come quando connetti due cose che si riconoscono, che hanno un software compatibile. Questi abitano qui di fianco, roba tra l’anziano e il madò così giovane già in pensione . Tipi gentili, il pezzo di torta quando la fanno, le pulizie cantando, bolognesi doc. Per un fatto di privacy, li chiamerò: I Monz. Ma veniamo alla caratteristica principale, quella che li ha portati in questo blog. I Monz, tutti e due, sono sincronizzati con la mia stupida vita . No, non è la roba dei metodici che facciamo le stesse cose alle stesse ore, no. Facciamo cose diverse ad orari casuali, ma le facciamo in sync. E, cosa più triste, non c’è un cazzo di modo di venirne fuori. Es.1: il tintinnìo delle chiavi. Uscendo affero il mazzo di chiavi ed esso tintinna. Prima di aprire la porta porgo l’orecchio e sento l’eco del mio tintinnìo. Tale eco è il tintin

Guardo ancora Lost per..

Capire come mai la palla di lardo di Hugo non perde un solo etto pur essendo naufrago da tre stagioni, anzi è ingrassato. Ciò vuol dire che se questo lo salvano e se ne torna a casa, dopo tre giorni scoppia. - Capire come fanno Jack e Sawyer a tenere costante la mezza barba. - Capire se l'animale misterioso che si muove tra le foglie e fa i versi da dinosauro è Manuela Villa che cerca i cocchi e bestemmia ruttando.

Scelgo te, spero di no

Oggi ho visto su skyvivo lo show di Selvaggia Lucarelli . Piacevole. Lei è posata e simpatica come sempre. Il ricchione l'ho indovinato dopo due minuti e ho vinto anche cinque euro. C'è da dire che la tizia 'scegliente' era un discreto cessetto. Pur di non rischiare di trombarla forse avrei detto anch'io che ero gay. Gente di Sky, alzate un po' il livello qualifiGativo del casting.

La puttana di Cittanova

Tornando da Reggio, sulla via Emilia la vedo sempre là. Immobile come uno spettro. Stasera c'erano quattro gradi a gelare i vestiti ma lei in piedi di fianco alla chiesa contava con gli occhi le macchine sulla via grande. La riconosci dai lunghi capelli neri e lisci che riflettono la luce del lampione giallo. Magra giovane e bella come quelle della tv, se ne sta lì tutta sola a domandarsi nella sua lingua come cazzo è che funziona questa bella vita europea. Invece di far finta di ballare sopra il bancone di un programma in tv e scoparsi un calciatore, è finita dentro le notti fredde di Cittanova a sperare di scaldarsi in un camion. Poi, la radio passa un'altra canzone e lei si fa piccola nel mio specchietto borghese.

Tempo d'informarsi

Qualcuno dica a Fabio Fazio che se una volta faceva figo ostentare che non si capiva nulla di computer, che veniva perdonato il confondere l'email con la URL, che si poteva comprendere chi ignorava Internet ed il suo funzionamento, oggi non è più così. Se uno conserva ancora un atteggiamento del genere ed è giovane e lavora nel mondo della comunicazione, meglio ancora in televisione, e fa un programma importante, e si fa spiegare (senza capire) cos'è una chiavetta usb o un file mp3 da Eros Ramazzotti.. beh ci fa solo la figura del fesso, con scarsa cura del mestiere per cui viene ben pagato.

Quando il sole esploderà

Sulla campagna di Virgilio che stava per tornare avevo già scritto qualcosa di tecnico . E due parole sulla campagna di Virgilio che è tornato non le vogliamo dire? Chi come me si muove spesso tra Bologna e Milano in treno avrà sicuramente gradito il fatto di partire al mattino salutati dalle note di Nel Sole di Albano ed essere accolti a destinazione dalle stesse note dell'ometto urlante di Cellino. Preso da altri pensieri non ci badi, pensi ad una turba passeggera, che hai dormito male, che lo spacciatore sta invecchiando, i peperoni. Poi senti il tuo collega che si lamenta, e allora è tutto vero. Questi hanno anche isolato il refrain, quindi Albano ti perfora il cranio con tre versi strillati in loop. Esci dalla stazione, vai alla riunione, torni, scendi dal taxi e rieccolo. Quaaandoooo il soooo . Mortacci sua. Prendo un succo al baretto. Torneràààà . Compro il giornale al chioschetto. Il soooo . Parlo al telefonino. Letornerààà . Ma dove cazzo sei? Alla stazione di Milano.

Halluill

Ieri chiedevo al mio parrucchiere Max qualche update sulle sue avventure erotiche. Lui si tira una mano in tasca e caccia fuori dei denti finti da vampiro, se li mette in bocca e mi guarda dallo specchio. Beh? gli faccio perplesso. Come beh, domani sera vado ad Halluill! Dove vai? Vado ad Halluill, Halluilll! E gli parte pure una sputacchina che si perde in mezzo ai miei capelli. Quei cazzo di denti finti, ricordo che anch'io da ragazzo quando me li mettevo e parlavo alle feste sembravo una pistola ad acqua. Comunque, era giusto una riflessione notturna su certe tradizioni d'altre culture che ci vuole ancora un po' di tempo per lasciarle attecchire bene tra la nostra gente. Mentre si rimetteva i denti in tasca Max ha aggiunto che all'Halluill dove va lui, le streghe però trombano anche.

Il sabato triste del villaggio

La pioggia battente non solo mi tappa in casa ma mi ammazza anche la parabola. Non bazzicando per nulla il sabato sera della tv generalista per motivi di salute, mi faccio un'idea da un rapido zapping e approfondisco i contenuti sui blog di televisione. Naturalmente lo scenario è tragico. Su raiuno c'è questa creatura che chiamano Clerici, una con dentro: Krusty il clown, Doc di Back to the Future, il conducente d'autobus dei Simpson, Nick Luciani dei Cugini di Campagna, il Mago G e Worzel lo spaventapasseri. Questa specie di goffo pupazzo fa praticamente il Carramba della Carrà a cachet ridotto, con la Raffa a casa che rosica e il pubblico delle case di riposo che applaude. Dall'altra parte, sul biscione, c'è il mutante che chiamano De Filippi , una con dentro: Linda Blair durante l'esorcismo, Bart, tutti i Visitors, Topo Gigio, Pinocchio biondo e un rutto. La tizia apre buste e fa il freak-show dei sottoculturati con l'atmosfera piagnona e i siparietti hu

Il gambero ipnotico

Quanto vorrei saper tagliare le verdure come le tagliano loro. Zaczaczaczac. Voglio fare un corso di taglio del sedano, della cipolla, del cetriolo. Parlano di erbe della famiglia dei finocchietti appena colte, le spezzano e le annusano estasiati, le lanciano dentro recipienti. Affondano il naso in pesti sconosciuti appena battuti nel mortaio, godono inebriati. Agitano bicchieroni dal manico, poi dall'effluvio ricavano ogni genere di visione e la raccontano, cazzari. Però ci credo, la cosa mi piglia, voglio correre giù nel parco e brucare come un caprone, rotolarmi negli olii e nellle spezie, nuotare nelle delicate salse e annegare negli strasniffati vini, infilarmeli direttamete nel naso, scolarmeli da lì. Ricordo di essere quasi astemio, ma non ha importanza, il gambero rosso ti cambia e ti fa buongustaio. Ti spiega che il vino è il senso della vita e l'acqua è una presa per il culo. Le anatre stanno bene quando sono a fette sotto i broccoli, le rane gracidano da una fricas

Verdure e veline

Ancora ottobre e le sue ore. La sera prima sono in tshirt e il giorno dopo quasi spalo neve. In piena febbre da agricoltura biologica, seduto in treno parlo al telefono con un amico parimenti impazzito, ci si scambia apprezzamenti sulle virtù del cavolo nero e le delizie del retrogusto amaro del cavolo cappuccio crudo. Ieri sera all'esselunga incrocio la velina Palmas , in tuta e coda di cavallo. Faceva la spesa, si chinava incautamente nei miei pressi, sceglieva ortaggi e frutta. Subito il dubbio: le chiedo di sperimentare con me la posizione del missionario techno in mezzo alle clementine o quella del fantino al recupero sul banco dei cachi bio? Nell'indecisione ho desistito, ho continuato a selezionare la mia insalata iceberg rimandando la possibile attività fisica, ma era anche tardi e si era tutti di fretta. A casa nel ciotolone ho soprassieduto con l'aceto balsamico, gli ho dato di limone, sempre bio.

We must chuck them

Robert (Michael Caine), a David (Nicholas Cage): Robert: David, this shit life.. we must chuck some things. We must chuck them.. in this shit life. There's always looking after. You have time. David: Thanks. Da: The Weather man , di Gore Verbinski (e chi l'ha visto l'ha visto)

La frase di Nicola

Ottobre, un mese senza personalità. Roba che vorrei sedermi sul divano e aspettare che passi. Novembre è già più imponente. Già il suono: Novembre . Comunque, vengo da due settimane di duro lavoro, stamattina spremevo un'arancia e quando la buttavo nel secchio premendo il pedalino pensavo che il mio cervello non deve avere un aspetto parecchio diverso al momento. Ma veniamo a noi. Tutti i periodi hanno delle ricorrenze, in ottobre per me ricorre la Frase di Nicola. Costui era un amico di mio padre. Se ne andava in giro per il paese con le mani dietro la schiena, gli occhiali in spessa montatura nera, la pipa e un impermeabile a cui d'inverno aggiungeva l'imbottitura. Parlava poco, quasi niente. Non ricordo mai che mio padre gli facesse o ricevesse da lui una telefonata, sarebbe stato inutile, un gesto muto nonché costoso. Si incontravano per strada, sul lavoro, al bar. Dietro quel silenzio, annidata sotto quella profonda calma, mio padre sospettava la presenza di un'int

Bamboccioni

La difesa del bamboccione sui giornali di oggi è penosa. Io il termine gliel'appoggio in pieno, una fotografia esatta. Se uno vuole andare fuori di casa rimboccandosi le maniche ci riesce sempre, anche in Italia, e quelli che non ci provano sono giusto i bamboccioni di Schioppa. Se poi uno NON ci vuole andare fuori di casa, che credo sia il caso dei più, allora è un'altra storia. Quelli non sono bamboccioni ma sono furbi , e le soluzioni del governo non serviranno a stanarli senza i lacrimogeni.

Il mostro non si fa vedere

Oggi il tg1 di Riotta ha dato la notizia che il mostro di Loch Ness è un po' che non si vede . Che la gente sta anche stancandosi di cercarlo. C'era anche l'inviato da Londra che ha detto la sua sulla questione. Che dire. E' comunque una notizia. Un amico che fa le pulizie alla Rai ha sentito stamattina Riotta che parlava nel corridoio con un tale della redazione, riporto pari pari la conversazione così come me l'ha passata. Riotta : Allora 'sta Birmania? Il papa ha detto quaccosa? Giorgino mandato l'abbiamo? Ancora vivo ié? Uomo della redazione : E' ancora vivo dottò, ha telefonato dù minuti fa. Dice che se sò divertiti a tiraje solo le orecchie pe' na ventina de minuti ma niente deppiù. Er papa invece ha detto da' finestra che je dispiace parecchio de 'sti poracci, pareva pure vero, l'amo rifatto tre vorte pecché je veniva sempre Germania invece de Birmania. Riotta : Megghiu ca ninti. Mica pozzo dire sempre che i monaci camminano inem

Del culo di Miss Italia

Il lato B si, il lato B no, è offensivo non è offensivo. Da decenni rimbalzo su frammenti di missitalie varie. Evito conduttori, balletti e porcherie di turno tenendo il tasto mute. Mi faccio largo tra i riempitivi , sbircio, sondo per capire se c'è veramente qualche figa là in mezzo. Che è poi quello che secondo me fa il 90% dei telespettatori maschi. Di solito vengo però assalito da noia immediata e il pollice si abbatte sul tasto del telecomando. Quest'anno dal corriere vengo felicemente a conoscenza di questa novità. Hanno chiesto di guardare i culi e qualcuno se l'è presa a male. E' l'ipocrisia imperante. Hanno rotto le palle quelli e quelle che ce la menano con la miss che ha la dote interiore. Basta. La miss è miss solo se è figa . Stop. Il resto sono convenevoli e contentini. Non gliene frega a nessuno se la topa sa fare le equazioni o se ha preso il master. E per vedere se una è figa la guardi esattamente come la guardi per strada. La famosa sequenza del f

Darla

Capito per caso su Darla Records . Il nome mi ispira subito, il logo ancor di più. Muovendomi tra gli mp3 ascoltabili scopro che è un piccolo paradiso della musica ambient . Un'etichetta indipendente con base in California fondata da James Agren ben tredici anni fa. Come dire, certe parole hanno la musica dentro. Bookmarked.

Chiamare le cose per nome

Dario Laruffa al tg2 un paio di sere fa ha definito 'branco di disgraziati' un gruppo di stupratori ai danni della solita ragazza. La cosa, passata inosservata ai più, coglieva in pieno una mia fissazione su un certo modo di fare informazione, ovvero chiamare le cose per quello che sono, quando serve. Ciò purtroppo non accade molto spesso. Trovo irritante ad esempio l'utilizzo abusato di parole astratte e collettive quando si parla di entità nocive e radicate come Mafia, Camorra, Ndrangheta e affini. Credo che nei media vadano utilizzate parole più forti e identificative che riportino il fenomeno sulle persone agenti senza alzarlo di livello. Non Mafia ma i mafiosi , i camorristi , e meglio ancora, i delinquenti mafiosi, i criminali camorristi. E ricordarlo sempre, ogni volta. Si parla di persone, per quanto nascoste, non di sigle. Si parla di delinquenti che giocano col sangue. Aiutiamo la gente a misurarli , a disprezzarli, questi vili. Ogni volta che vedo le cronache

Vasco e Duccio

Venerdi notte passavo davanti al Dall'Ara, lo stadio bolognese. Un mucchio di corpi accampati all'entrata, ragazzine dentro sacchi a pelo, utenti fissi di cannabis che sistemavano cartelli con scritte varie. Rallento, penso ad una protesta, il verde mi dice di andare, vado e dimentico. Sabato pomeriggio . Sono imbottigliato in via Costa. Uno mi bussa sul vetro , vuole un passaggio allo stadio, sventola un biglietto e mi dice: te non vai da Vasco? Collego. Gli accampati di ieri, la notte sull'asfalto per il posto sotto il palco. Alzo il vetro e proseguo. Dove cazzo proseguo che sono in coda, proseguo a vivere diciamo. Mi metto a pensare al fenomeno Vasco. Guardandolo mi chiedo perché lui si e Gigione no. Comunque, paragoni azzardati a parte, il mio cervello associa inevitabilmente da circa sette anni Vasco al mio padrone di casa, Duccio . Dice e perché? Perché sono due gocce d'acqua, gemelli monozigote e conterranei. Uno fa i milioni 'mbriaco a cantare Señorita m

Ogni promessa

Per dovere morale mi tocca dirlo. Una roba di qualche anno fa, sul locale che da Firenze va a Livorno. Pavarotti salì ad Empoli e si intrattenne nel vagone fino a Pontedera. Era notte e il treno era quasi vuoto. Lui era solo e trafelato, non lo avevo riconosciuto , pensavo ad un venditore di panini. Venne a sedersi stranamente di fronte a me, con tutti i sedili vuoti, capii che aveva voglia di parlare con qualcuno. Dopo una breve presentazione cominciò a sfogarsi . Disse che era scappato da Modena e aveva fatto l'appennino a dorso di mulo fino a Pistoia. Nicoletta lo cercava in elicottero ma lui s'era mosso nella vegetazione più fitta. A Pistoia il mulo era crepato e lui, stanco, ne aveva arrostito i resti per mangiarli. La colonna di fumo al tramonto aveva tradito la sua posizione e la voce di Nicoletta dal megafono gli aveva intimato il fermo o sparo . Con la notte dalla sua, aveva corso a zig-zag e schivato i colpi del mitragliatore fino ad uno stagno. Aveva riempito i polmo

Non la fa

Volevo scrivere di Luttazzi, di quanto sia bravo Giulio Golia, qualcosa su Grillo e l'Herald Tribune, due righe sul fatto che sto cambiando ancora vita, due parole sulla cameriera della pizzeria di ieri, ma non posso . Non riesco perché tutti i miei pensieri convergono su una sola immagine, su un solo problema. Come George Sanders nel Villaggio dei dannati , mi tengo stabile su un monopensiero. Sanders lo faceva volontariamente, io no. Eccolo qua: la mia cagnetta non caga da due giorni . Le ho fatto i massaggini al pancino. Le ho dato delle palline di pane con olio. Temo sia stato l'abuso di certi pezzetti di mozzarella.

Veronesi vegetariano

Attraverso Melissa e il Corriere , scopro che Veronesi è vegetariano ed ha anche un pregevole pensiero a riguardo. Ciò gli fa molto onore e gli fa perdere numerose posizioni nella mia lista degli 'antipatici a prescindere' . Da anni tento di diventare un vegetariano vero, ma ogni volta cado vittima delle tentazioni della carne, come il peggior Poldo davanti ai salsicciotti. Che dire, continuo a provare, ci sono vicino.

Scarpe

Dopo più di tre mesi di ciabatte e infradito oggi ho rimesso le scarpe . Per l'esattezza anche i calzini. Quelli piccoli invisibili che vanno nelle scarpe da ginnastica. Con 'sti piedi è sempre la stessa storia. Mi fanno una pena ogni volta. Già la sera prima li vedo venire a letto un po' risentiti. Già sanno cosa li aspetta il giorno dopo. Scompaiono sotto il lenzuolino senza manco guardarmi in faccia. Stamane dopo il bip della sveglia un po' mi sono sentito stronzo a scoprirli e tirarli giù. Il destro, più abbronzato e vissuto del sinistro, mi guardava con quell'aria da condannato a morte. Mentre lo infilavo nel minicalzino ha avuto un momento di debolezza ed ha allungato l'alluce opponendosi all'operazione. Poi con aria rassegnata, da piede, si è lasciato calare nell'involucro, come un cadavere di CSI nel sacco del Coroner. Il sinistro, pratico e maturo, non ha battuto ciglio. Giù liscio e veloce, come i fucilati che non vogliono benda o estreme unzi

Il peggior product placement

Ho visto il film di Verdone e Muccino su Sky. Il mio miglior nemico . Ricordo che volevo andare a vederlo al cinema quando c'era, ma poi mangiai una pizza. Che dire, il film si guarda, la sceneggiatura fa acqua ma si perdona, sarà che sto comodo sul divano. Muccino si tollera e Verdone è sempre lui che non fa Verdone e strappa risate di mestiere. Per gli osservatori dell'advertising è da segnalare un product placement da paura , veramente massiccio e a tratti osceno: automobili, telefoni, compagnie telefoniche, compagnie aeree, acque minerali, sigarette, computer.. Ma il massimo è stato rivedere il placement di J&B , la mitica bottiglia di whisky presente in tutti i B-movies degli anni settanta e ottanta. Sono bei momenti.

Una fatwina per Moccia

E' già il secondo ponte emiliano che vedo invaso da lucchetti con dediche amorose. Gli amori dei liceali, di intensità sicuramente minore dell'amore dei ferramenta per il fenomeno. E' il virus del ponte Milvio , di Step e Babi, dei 3msc scribacchiati ovunque da ragazzetti rampicanti e allupati senza fantasia. Ai tempi dei Versetti Satanici l'arzillo ayatollah lanciò la nota fatwa contro il povero Salman Rushdie che immagino vada ancora nascondendosi da un manipolo di esaltati che vogliono fargli la pelle. Ora non volendo arrivare agli stessi estremi, potremmo adottare il sistema anche da noi, una fatwuccia priva dell'intento omicida. Una fatwina ove si aizzano bande di sicari compiacenti a raggiungere l'autore del libro e piazzargli dei calci nel culo, così a random, di continuo e all'improvviso, tutto l'anno.

I Sioux di Casalecchio

A Casalecchio giù dalle parti del fiume c'è quel nuovo ponte bianco con gli assi in legno e i tiranti. Che ci cammini sopra e lo senti flettere. Giù in basso c'è il Reno che passa lento e pulito in mezzo a papere grigie e grandi sassi bianchi. Faccio una foto a un vecchio pescatore, fermo con gli stivaloni dentro l'acqua, canna e rete, aspetta la presa sotto il sole di settembre. Scendendo, da una parte del ponte c'è un vecchio circolo ricreativo . Messner va in cima alla Levissima, Gere va in cima al Tibet, Chatwin in Patagonia, a me basta venire qua. In questo rettangolo di circa 200 metri di lunghezza coesistono e vibrano magicamente dimensioni belle e diverse. Si parte con un mini parco giochi per piccolissimi, scivoli e pincopanchi con marmocchi guizzanti sotto l'occhio dei genitori. Di seguito un quadrato adibito a pista da ballo, il vero epicentro energetico. Decine di deliziose coppie di anziani che fluttuano sulle note dell'orchestrina annidata sotto

Rockstar? No, Churchstar

Per far parlare il nonnetto delirante a Loreto con la sua folla di dementi sono stati spesi 20 milioni di euro . Lo vogliamo ripetere? VENTI MILIONI DI EURO. Poi rompono le palle con Telethon, gli sms per l'Etiopia e altre prese per il culo. Non bastava mandare un messaggio dalla televisione, dove Benny & Company hanno sede stabile? O dai giornali? O dalla radio? O dalle librerie? No. Oggi il marketing emozionale insegna che il brand deve incontrare i suoi consumatori sul campo. Purtroppo i consumatori fanatici di questo specifico brand non sanno affatto d'esserlo. Si beano, si abbracciano, applaudono, dormono all'addiaccio, pregano, cantano, poi tornano a casa e si rimandano affanculo. Mi cascano le braccia a vederli così giovani e così fessi. Andate controcorrente , gli dice Benny, siate critici . Un applauso anche a Rutelli, ti pareva che poteva mancare a sbaciucchiare un po' di pile.

Quelli che si ricomincia

Il 31 agosto è una sottile membrana. Stanotte la perforerò e domattina mi ritroverò dall'altra parte, nel mondo delle cose nuove che partono . 'Si. Domattina nuova aria entrerà nei polmoni, nuove idee, nuova energia buona per fare e per creare inonderà fresca le stanze. Il caldo, come un ladro, riempirà il suo fagotto di sudore, puzze, incendi, zanzare, cicale e sparirà nelle foschie. Diari e zainetti riaffolleranno le vetrine, giornalisti sportivi si rifaranno il nodo alla cravatta, direttori di rete si fregheranno le mani pronti a lanciare i loro sfavillanti palinsesti. I politici recupereranno il loro colorito pallido e i bagnini riporranno gran parte degli ombrelloni. Perché è tempo di ripartire. Quante cose che faremo , che ritmo, che entusiasmo. Non vedo l'ora, vado a letto.' Stanotte Agosto muore, viva Agosto .

Ciao Luciano

Un altruismo e una dedizione rari, una figura televisiva mai corrotta da gossip e vippismi . Una professionalità monolitica, mai caduta nelle tentazioni dello spettacolo, mai ammaliata da lustrini e paillettes , da cocuzzismi, castagnismi, timperismi. Un punto fermo nei nostri schermi. Luciano Onder . Decenni di buona televisione al servizio della nostra salute. Quella salute ferrea che lo ha accompagnato fino all'ultimo minuto, ieri, a Gatteo Mare, la ridente località rivierasca sede storica delle ferie di Luciano . L'impepata di cozze tarantine, piatto tanto amato dall'informatore di medicina 33 , lo attendeva sul tavolo del ristorante per sottrarlo definitivamente all'affetto del suo pubblico e dei suoi cari. Pare che Onder, in preda ad un forte appetito, si sia avventato sul piatto di mitili con estrema voracità. Una signora è sicura di averlo visto spingere in bocca tre grosse cozze e sgranocchiarle con tutto il guscio. 'Frammenti e spruzzi di limone saltavano

Esodi convenienti

Si parla di esodi, di controesodi, di milioni di veicoli in marcia. Nessuno menziona mai gli incassi stellari, il mare di soldi che inonda in queste succulente occasioni i conti già grassi di Società Autostrade . Numeri da capogiro. Per quelli che stanno lavorando per noi, alla terza corsia.

Aspetto al varco, senza fretta

Fai una curva e improvvisamente pensi a Jennifer Lopez o Beyoncé che scuotono il bendidìo. Ti assalgono flash di Melita Toniolo che si china a raccogliere monetine. Riaffiorano fotogrammi sfocati di Brando che scartoccia il panetto di burro parigino. Non capisci perché. C'è qualcosa di subliminale. Poi il tom-tom ti mostra il nome della località e tutto torna.

Scandiano, slow-life

In giro per la provincia di Reggio Emilia, capito a Scandiano . Parcheggio e scendo dall'auto, c'è una signora che passa uno straccio sui vetri di una finestra al secondo piano. Metto gli occhiali da sole, cammino, qualcosa non va . Mi volto a riguardare la signora lassù con lo straccio. Lo muove piano, troppo piano. Quel braccio è più lento del mio tergicristalli a velocità uno. E' la velocità della pallina di Pong, primo livello. Basta con 'ste seghe mentali, proseguo. Un vecchio con le bretelle e i calzoni corti mi incrocia in bici. Sono le 4, il sole fa il suo sporco lavoro, il passo veloce mi imperla la fronte di sudore. Qualcosa non va. Mi volto a riguardare il vecchio sulla bici. Pedala o non pedala? Pedala così piano che devo osservarlo a lungo per distinguere il moto delle cosce, come la lancetta dei minuti degli orologi. Come cazzo fa a non cadere? Perché non pedala come pedalano a Bologna? Qualcosa succede alla mia ordinaria percezione della vita. Mi fermo in

Il nido di vespe

Me l'hanno fatto là, sopra la finestra. Ronzìo continuo. Bzzz. Il padrone di casa arriva dopo il tramonto del sole con una vecchia pompetta da cui sporge una canna. Mi arrampico sciul mobile e mi sporgo in piedi dal davansciale, te tienimi ben per il culo, qua per la cinta, così non casco giù di sciotto . S'arrampica, lo tengo per la cinta. E' sudata, mi fa un po' schifo. Spruzza, spara, schizza, smitraglia alla rinfusa verso un foro poco visibile. Gli si scarmiglia il riporto , una roba complicata che ha in testa e che Donald Trump gli fa una sega. E' da lì che entrano le troie, adescio dormono, vedrai vedrai come le ammasso tutte con questa roba qui. Nel scionno le ammasso! Infierisce sul buco, c'è del sadismo, esagera, sta chiaramente sfogando rabbie recondite , gli viene fuori una bavetta bordo-bocca. Decide che è sufficiente. Salta giù, chiude la finestra, io mollo la cinta e mi asciugo la mano. Mi guarda come Bruce Willis nel finale di Die Hard, si passa u

Gli amici di Virgilio

Ci sono in giro dei coglioni che pagano altri coglioni per cose come questa . Evidentemente la loro speranza è che ci siano tanti altri coglioni qua fuori a crederci. Gli sfugge che Il marketing non convenzionale deve essere fatto e pensato non 'da' coglioni ma da gente 'con' i coglioni.  (se qualcuno in futuro cercherà 'coglioni' su google, troverà questo post nei primi 20..)

All together now

Molti ragazzi ci perdono ore e fatica a trovare un modo per differenziarsi, per inventarsi un segno, per uscire dal coro. Proteste silenziose dentro capelli lunghi, rasta, chiodi nella lingua, dragoni e demoni sulle chiappe, anelli al naso, scope in testa, sport estremi. A volte però la società offre degli assist, delle facilitazioni. Quest'anno ad esempio basta Non Mettersi dei pantaloni così.

Invece del ponte sullo Stretto

Superquark. N'altra volta 'sta migrazione che avviene da un milione di anni nelle pianure africane . N'altra volta le migliaia di gnu, zebre e gazzelle che migrano, migrano e si fermano davanti a questo cazzo di fiume e devono passare dall'altra parte . Un fiume pieno di coccodrilli che aspettano con le bocche aperte. Questi gnu che prendono la decisione e saltano disperati, e poi tutti appresso a bomba, e il piccolo che non ce la fa, e la madre che solo per un pelo, e la gazzella che prova il guado in maniera isolata ma le costa caro . Claudio Capone che pure lui non ce la fa più a fare la voce narrante di questo fottuto guado del Serengheti. Piero Angela che mentre va il documentario per la millesima volta, si fa una briscoletta con Lorenzo Pinna e quell'altro. Basta. Questa scena l'ho vista più volte io che uno gnu! Facciamola finita, organizziamo una macchinata cinque o sei di noi e andiamo in Africa a fare 'sto ponte.

Vi passo a prendere e si va al mare

Palinuro, domenica. Rimpatriata con un paio di vecchi amici. Come nel Sorpasso di Risi si è travolti dalle decisioni di quello più matto e coglione. Scelta del percorso, del pernottamento, tutto quanto. Ma è bello così, come diceva l'agente Smith in Matrix, a noi umani ci piace patire . Il parcheggiatore è allegro e gesticolante, una forma di demenza dovuta al progressivo arrostimento del cervello, cotto dal sole dentro il cranio come una patata dentro il cartoccio. Il veicolo-trabiccolo del mio amico si arresta esausto nelle polveri. Usciamo piano, sofferenti e sudaticci, la macchina vacca partoriente, noi vitelli espulsi in una placenta di sudore. L'uomo ci rivela che quello non è solo un parcheggio, ma anche un impegno ad acquistare una discesa a mare nello stabilimento di fronte, 'si no iatevenne chiù annanz, e cercatv nu parchegg sul parchegg' (altrimenti proseguite e cercate un parcheggio che sia solo parcheggio). Va bene così, l'assenza di forze mi impedisce

Agosto

Affacciato sulla campagna senese inalo aria buona di 30 gradi e guardo rondini che girano e si chiamano nel cielo rosso. Un cane vecchio si lamenta usando qualche U e qualche O mentre un sosia di Mastella raccoglie pomodori senza fretta. Da una finestra mi cade addosso profumo di frittata.

Cervelli indifesi

E lunedì era arancio, martedi giallo, mercoledi verde, giovedi blu, venerdi fucsia, il sabato celeste e la domenica rossa. I dannati colori del bordo pagina del giornalino della GuidaTv tra gli anni '70 e '80. Nulla da fare, mai più dimenticati, i giorni della settimana per quanto riguarda me ed il mio profondo inconscio saranno per sempre colorati così. Oh voi che crescete bambini, attenti alle cazzate indelebili che gli scivolano nella testa, almeno fategli scegliere i colori dei sette giorni. Cosa avrei dato perché il venerdi non fosse fucsia.

Gli ignoti di Frizzi

I Soliti ignoti su raiuno è un format valido. Il coinvolgimento a casa nell'analisi delle identità è garantito nonché molto divertente. Qualcuno direbbe che è anche educativo, per capire il mondo senza lasciarsi ingannare dalle apparenze. Sarebbe il caso di dare più enfasi al momento in cui mostrano sullo schermo gigante le foto con gli ignoti svelati, durante le loro attività lavorative . La grande vincita è rara ma rispetto allo scialbo competitor di canale 5 (ove il picco lo fanno le cosce della Lydie Pages e della Moreira) spesso e volentieri i concorrenti si portano a casa piccoli gruzzoli che non fanno mai male. Nelle prime puntate i conduttori erano due: Frizzi e il montatore! Mai visti tanti tagli e giunzioni ad arte con applausi coprenti e frasi morte sul colpo, evidentemente Frizzolone faceva fatica a stare nei tempi e ce l'hanno fatto stare a martellate. Adesso la mannaia lavora meno però la conduzione rischia la routine , il campionario di frasi confezionate per i

La vecchia terrorizzata

E' una vecchia alta più o meno quanto un pastore tedesco, la becco prevalentemente in ascensore. Un'espressione costantemente terrorizzata , che fa il picco quando apro l'abitacolo dopo averlo atteso e ci trovo lei dentro. Sguardo agghiacciato, manco fossi con il coltello in mano a sorprenderla nella doccia. Saluta balbettando con l'occhio strabuzzato e fugge via come un sorcio in fiamme, disperata, guardandosi le spalle. Ci mette ansia a tutti . Il bello è quando sul suo cammino trova qualche anziano apprensivo: il poveretto subisce un panico da induzione e comincia ad agitarsi allo stesso modo, si guarda attorno pure lui, chiede spiegazioni, balbetta. Quella trema e sbarra gli occhi. Quello gira su sé stesso. Parte un ballo di san Vito. Una mano sugli occhiali e una sul petto. Quella scappa via. Quello chiede cosa sta succedendo. Non sta succedendo niente. Però lui oramai l'ha incontrata e s'è agitato di brutto, scappa pure lui senza un motivo, guarda per ar

Lo spirito cattivo di Odifreddi

"Questa volta (Paolo, ndr) si fermò ad Efeso per tre anni, dove compì prodigi non comuni, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano. E quando alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch'essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi , successe che uno di questi spiriti cattivi rispose loro: Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete? Evidentemente, già allora gli affari erano questione di conoscenze..." (Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere Cristiani e meno che mai Cattolici - Longanesi)

Stella cadente

Ma come si fa a togliere il Brancaccio a Gigi Proietti? Mah, sarà il caldo che a certa gente dà alla testa. Ieri zigzagavo tra i canali Sky quando mi sono imbattuto nel nuovo programma di Costanzo, Stella . Tre o quattro famiglie collegate con lo studio tramite webcam, una gragnuola continua di email lette al volo, sms, e un tale che fa le ricerche sul web in tempo reale su temi e parole che evaporano nella sonnecchiante atmosfera. Costanzo è là, ingobbito e rantolante al centro di una scrivania. Da qui sputacchia tipo spruzzino da spiaggia e tra un pisolino e l'altro articola suoni e sibili all'indirizzo della giovane redazione e dei poveracci collegati da casa. Ogni tanto salta il collegamento, windows si esprime al massimo con fantastici crash in sequenza , voci che tartagliano, immagini senza audio e audio senza immagini. Lui, il Bollicinante, è sperduto tra i flutti del mare magnum della rete, un bidoncino vuoto sballottato dalle onde dei bytes. Non c'è nessun microfo

Paura di atterrare

Ci penso e ci ripenso e non mi va via. Duecento morti. Duecento vivi che si preparavano a sganciare le cinture, a sistemare il libro nel bagaglio a mano, a pensare che magari erano in ritardo, alle cose da fare. Uomini, donne, bambini. Duecento nomi. Duecento storie che bruciano e salgono nel fumo nero di San Paolo. Gli incidenti aerei fanno notizia per un giorno solo, poi si passa ad altro. I notiziari ci dicono che Padre Bossi è libero e che un fisioterapista narcotizzava, ciulava e fotografava i suoi pazienti ma nulla più del rogo del volo 3054 della Tam . I morti degli aerei hanno assunto negli anni una sorta di nuova valenza drammatica presso i media, un dolore veloce, un fast-pain passeggero e sbrigativo come la loro morte. Citato per dovere di cronaca, non ancora ignorato come i morti africani per fame. Nessun assassino, nessun piano, nessun mostro, nessun terrorista, nessun italiano nella lista, niente sangue da vedere. A che serve soffermarsi, a chi serve. Duecento morti in u

Eroi oltre il finestrino

Oh uomo che lavori in tangenziale, tu che sistemi il catrame con la pala mentre il display mi segnala che là fuori ci sono 42 gradi. Noi sigillati nelle nostre lamiere in fila, noi immersi nelle nostre arie condizionate, passiamo piano e ti guardiamo come si guardano gli eroi. Oh uomo che lavori alle 13.00 in tangenziale sopra un mare duro di nero pece, tu sei la prova che cenere siamo e cenere ritorneremo.