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Visualizzazione dei post da novembre, 2006

Il musical del Parmigiano

Prima prendevo in giro chi canticchiava e ballava la nuova pubblicità del Parmigiano Reggiano . Ho smesso quando ho cominciato a canticchiarla e ballarla anch'io. Non puoi evitarlo, i bastardi l'hanno fatta ad arte. Anche se ispirato a Burger King , il papaparmigiano è tra gli spot più simpatici e coinvolgenti del momento. Tutto è azzeccato, la hit dei R&P, i testi, i colori, i costumi, le coreografie e il fesso biondo che fa la scaglia nel finale, ma che lo possino! Pare sia stato girato in Bulgaria con 50 attori, tra cipolle e pomodori ci sono importanti ballerini della National Opera di Sofia e qualche acrobata. L'agenzia è Max Information, i creativi sono Silva e Mendibil, il regista è Sebastian Grousset. In rete girano anche i filmati delle prove .

Cose di oggi

- Kate Winslet da Letterman, molto più bella e magra di quando affondava sul Titanic, mi è piaciuta. Pure simpatica. - Il countdown di Fazio per l'arrivo di Celentano mi sembra una stronzata. Anche sminuente per gli altri ospiti che malgrado il calibro passano per dei coglioni. - Ho portato a tosare il barboncino, mi hanno restituito un suricato . - Da un servizio delle Iene emerge che la passata di pomodoro mescolata con la panna da cucina è il viagra home-made . - La procura di Roma non dovrebbe poter decidere per noi .

Al Cinese non far sapere...

Chen Hui , è il ventottenne re del pornoweb made in China . A 'sto poveraccio l'ergastolo gli hanno dato . Milioni di gioiose piccole pippe messe in standby. Peggio la sessuofobia di partito o quella da culto religioso? Chi può dirlo. Quando tra poco il mondo sarà tutto cinese prepariamoci alla fucilazione di Schicchi, alla fustigazione di Brass, a vent'anni di galera per la mummia di Hefner, al rogo di Flynt, etc. Poi dicono che avercelo piccolo non crea ritorsioni sociali.

Notte da lupi

Quella dello scorso 10 aprile è stata una notte che ha lasciato l'amaro in bocca a molti. I vinti in quanto vinti e i vincitori in quanto poco vincitori. ' Uccidete la democrazia ' è il documentario di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani che solleva qualche dubbio legittimo su quanto avvenuto in quelle ore. Esce in edicola venerdi 23 novembre, 17 euro, la regia di H.Oliva.

Syriana, Clooney 'unico'

Me l'ero perso, arrivo ultimo lo so. Seratina pigra, un amico me lo crossa dalla sua collezione di supermasterizzati. Semi di zucca, cell spento, pleddino e divano a bomba. Il commento a caldo? Ok. Ma i mericani adesso puntano gli obiettivi sensibili dal satellite e li fanno saltare premendo semplicemente il pulsantino su un joystick? Fico. Omettendo tutti gli altri possibili commenti salaci sugli intrallazzi yankee e sui soliti cattivoni dell'intelligence, mi concentrerei su una questione che secondo me merita la centralità: Clooney recita con la stessa complicata espressione per tutto il film. La stessa. Quella della foto. (Anche quando gli strappano le unghie). Per un po' ho pensato fosse un mascherone in lattice, poi ho visto i contenuti speciali dove mostrano le iniezioni di cementina che i tecnici gli fanno nei muscoli del volto.

Gomorra

Dopo l'attenta lettura del libro di Roberto Saviano passa ogni euforia, cresce l'avvilimento pagina dopo pagina. Al termine guardandomi allo specchio ero un po' Moggi con l'anima uccisa, anche con la stessa voce. Lo ripongo e penso a 2 cose da fare subito, o una o l'altra. 1) mandare il curriculum al clan più vicino e affiliarmi; 2) cercare un paese, ma a questo punto un pianeta, per ricominciare seriamente; (grazie Roberto)

Alla fine della fiera

Guardo la stagionata Ventura di queste ultime tornate televisive e vedo il Costanzo-Castro dei tempi che furono. Una versione più gradevole alla vista, ma la mutazione raggiunta è la stessa. I sintomi: prepotenza a spruzzo, convinzione della verità detenuta, potere temporale, imposizione del mona-pensiero con tanto di censure e gogne mediatiche per gli infedeli. Regna in un palese leccaculismo turbinante con greggi di pecoroni chini a baciare gli strascichi dolceggabbbana. E' la beatificazione catodica , o plasmatica, o elleciditica, che a differenza di quella decisa dai papi è per fortuna come lo yogurt, scade. Però io che sono tamarro-dentro sogno quanto sarebbe bello infiltrarsi tra quel pubblico di coglioni inneggianti, alzarsi e piazzarle un bel calcio nel culo , in diretta. Vederla volare via starnazzando: crederci sempree arrendersi maiiiiiiii.

Azione e reazione

La domanda che spero molti italiani sani di mente si pongano è: come mai dopo le puntate di Report della Gabanelli non succede mai nulla, mentre le reazioni dei simpaticoni del vaticano alle satire di Crozza e Fiorello occupano le testate dei giornali e dei tiggì? Mistero della fede..?

Mai dire trentatré

Finire nel bus circolare in orario uscita scuole è un momento di alta coscienza del sé. Cammini sui viali, quasi tranquilli, butti l'occhio alle ville oltre i cancelli, belle case, gran culo quelli che c'abitano. Il capannello rosso, ma si vai, salto sul trentatré , in arrivo dice. Eccolo con le antennine impigliate nei fili, si ferma, sbuffa, salgo. Pieno nella norma, ancora vivibile, oblitero e m'attacco. Si stacca il pensiero da sto' corpo zitto appeso al ferro e s'avvia avanti veloce, le email da rispondere. I pochi a bordo sono distratti dalle cose uguali che passano. La fermata successiva semplicemente succede. E' l'esercito degli studenti , una mandria di carni, cervelli, capelli, nicknames, citazioni, suonerie, aliti d'aule, orecchie che sputano fili bianchi. Sono i tatanka di Vento nei Capelli. Sono troppi, salgono tutti. Un vecchio è travolto, cerca un gancio e trova un giubbotto, indica il pulsante rosso mentre scompare tra i corpi, la faccia

Dicamò

Piscio il cagnino sul praticello, lo prendo in braccio e attraverso la strada, vado verso casa. La sagoma minacciosa si staglia in mezzo alla pioggia di foglie gialle dei pioppi. E' Dicamò, il signore del gatto , e fissa me. Dicamò ha 94 anni, i capelli tirati indietro con la Linetti, un liso completino marrone e una voglia feroce di parlare. I suoi sono agguati sapienti, degni di uno stratega da battaglia, un Napoleone da cortile. Di solito aggredisce i pisciatori di cani, dei quali deve aver stilato una precisa tabella con orari e aiuole, ma non disdegna efficaci blitz su aspettatori di taxi o rincasanti con spesa, questi ultimi più appetibili poiché appesantiti dal fardello ed impossibilitati alla fuga. So cosa vuole farmi. Vuole raccontarmi la storia del gatto, battere il record stagionale, 4 volte solo a me dall'inizio dell'autunno. Punto a destra, cerco una via di scampo, impossibile, ha già calcolato tutto, è a un metro da me e mi saluta, è finita. Che bel cagnulén

Dai che ci stiamo

Max 300 kg . C'è scritto in fondo alla pulsantiera dell'ascensore, ma tu non leggi. Tu, sferico edicolante che abiti al quinto. Tu, che da solo occupi tutta la cabina. Tu Ferrara che ha ingoiato Pavarotti. Tu che ogni volta devi invitare qualcuno a salire con te , in due in tre, dai che ci stiamo, ma dove ci stiamo? Hai pure la spesa, quelle buste rigonfie di carni sanguinolente, formaggi colanti, sfilatini accatastati alla shangai. E sali vaffanculo. E' un piccolo vecchio ascensore esausto. Dai che ci stiamo, dai che ci stiamo. Maledetto. Ci godi a salire assieme , a far respirare i tuoi umori, gli aliti di mortazza ed emmessemild, i metri quadrati di pelle evaporante. Un paio di volte, m'hai fregato, si perché mi preferisci, venga su almeno lei che è magro, e via nella capsula, l'agonia del cavo, il terrore di non arrivare. E' cambiato il tempo eh? Ma quanto magni, andassi a piedi, andassi.

Ce la rifà?

Non ho mai creduto alla vittoria di questo buffo vertebrato su Al Gore, quella volta, con il troiaio dei voti della Florida. Fu uno degli eventi che cominciò a suggerirmi l'ipotesi di una certa realtà controllata. Non posso dirmi un cospirazionista, uno tosto della teoria del complotto, un invasato del new world order, non c'ho il fisico. Ma posso dirmi uno che guardando ad un popolo di 300 milioni di persone , alla loro intelligenza e alla loro storia, fatica ad ammettere che questi eleggano e poi rieleggano e poi magari riconfermino capo del condominio uno come questo qui. O siete de coccio o qualcosa non va. Comunque, nel dubbio, io mi guardo questo interessante filmatino della Princeton University , poi il film di Moore , di Mazzucco , le indagini di Jimmy Walter e mi autorizzo a leggere anche un paio di libri . E poi dopo, burp, tutto come prima. ( grazie a luogocomune.net )

Voip, amico mio

Avevo sentito di 'sti cosetti che s'attaccano al router, gli infili il cavo di un telefono qualsiasi e loro si collegano al provider voip senza farti neanche accendere il computer, figata, lo voglio. Ho una linea dati, ho fanculizzato la telecom da tempo e adesso voglio pure il voip a computer spento. Lo compro, 89 euro? 'Sto cosino? Epporcatroia dammelo va'. Il cordless qualunque ce l'ho, da qualche parte, buttato. Apro, sbusto, leggo, infilo, sbroglio, attacco, connetto, smadonno, applico, compongo, osservo, odo il ticchettìò, sempre il ticchettìò, ancora il ticchettìo. Cerco sui forum, se fa il ticchettìo prolungato, vuol dire che non va. Ora mettiamo che uno non voglia imprecare, che fa? Dice, conta fino a dieci, ma vaffanculo, io impreco subito, tanto lo so che poi a undici mi mettono la camicia di forza. Lo riporto indietro, me lo cambiano. Il negoziante manco sa a che serve. Per lui il voip è solo skype. Comunque il fatto che 'sto skype stia monopolizza

Bestie sellers

Quelli che comprano i libri di Vespa, c'è poco da fare, esistono, sono tanti e sono in mezzo a noi . Voglio appostarmi in una libreria, individuarli, seguirli, sparargli la freccetta col sonnifero e poi applicargli il collare con l'antenna radio. Poi li risveglio e li rilascio nel loro habitat. Eccoli, si rialzano, s'aggiustano la giacchetta, i capelli, una guardatina circospetta e ripartono. Adesso li traccio, voglio sapere tutto, chi sono , come si nutrono, chi frequentano, dove cazzo vanno la sera, cosa comprano dopo aver comprato un libro di Vespa. Dove lo leggono, cosa ne fanno poi. A chi lo danno. Si perché questi se lo danno tra loro, lo so.

Il tempo di un neo

Voglio togliermi un piccolo neo dalla spalla. Ecco, il dottore scrive e parla, vada qua paghi il cup e gli dica che è già pronto per l'asportazione non si faccia rivisitare. Prenoto. Prima possibilità dopo tre mesi. Passano. Eccomi al cup, aspetto 30 minuti davanti ad una porta chiusa , bussare e attendere dice il cartello con i tempi non a caso all'infinito. Apre un tipo che ancora mastica. Prende le carte, strappa, arraffa, scrive e mi manda fuori dalle palle, vada su al secondo piano e dica che è in ritardo se no perde il turno. Io non ero in ritardo stronzo , penso mentre pigio il 2 nell'ascensore grande come il mio garage. Busso, il luminare dice attenda, si segga pure che la chiamano. No guardi devo capire se mi hanno già chiamato perché sarei in ritardo. Il condizionale scagionante incorpora l'accusa per il coglione del piano terra. Faccia vedere, dia qua, legge, confronta. Non l'hanno chiamata, attenda, richiude la porta. Di fronte a me un tipo in mezzo a d