Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2007

Il sabato triste del villaggio

La pioggia battente non solo mi tappa in casa ma mi ammazza anche la parabola. Non bazzicando per nulla il sabato sera della tv generalista per motivi di salute, mi faccio un'idea da un rapido zapping e approfondisco i contenuti sui blog di televisione. Naturalmente lo scenario è tragico. Su raiuno c'è questa creatura che chiamano Clerici, una con dentro: Krusty il clown, Doc di Back to the Future, il conducente d'autobus dei Simpson, Nick Luciani dei Cugini di Campagna, il Mago G e Worzel lo spaventapasseri. Questa specie di goffo pupazzo fa praticamente il Carramba della Carrà a cachet ridotto, con la Raffa a casa che rosica e il pubblico delle case di riposo che applaude. Dall'altra parte, sul biscione, c'è il mutante che chiamano De Filippi , una con dentro: Linda Blair durante l'esorcismo, Bart, tutti i Visitors, Topo Gigio, Pinocchio biondo e un rutto. La tizia apre buste e fa il freak-show dei sottoculturati con l'atmosfera piagnona e i siparietti hu

Il gambero ipnotico

Quanto vorrei saper tagliare le verdure come le tagliano loro. Zaczaczaczac. Voglio fare un corso di taglio del sedano, della cipolla, del cetriolo. Parlano di erbe della famiglia dei finocchietti appena colte, le spezzano e le annusano estasiati, le lanciano dentro recipienti. Affondano il naso in pesti sconosciuti appena battuti nel mortaio, godono inebriati. Agitano bicchieroni dal manico, poi dall'effluvio ricavano ogni genere di visione e la raccontano, cazzari. Però ci credo, la cosa mi piglia, voglio correre giù nel parco e brucare come un caprone, rotolarmi negli olii e nellle spezie, nuotare nelle delicate salse e annegare negli strasniffati vini, infilarmeli direttamete nel naso, scolarmeli da lì. Ricordo di essere quasi astemio, ma non ha importanza, il gambero rosso ti cambia e ti fa buongustaio. Ti spiega che il vino è il senso della vita e l'acqua è una presa per il culo. Le anatre stanno bene quando sono a fette sotto i broccoli, le rane gracidano da una fricas

Verdure e veline

Ancora ottobre e le sue ore. La sera prima sono in tshirt e il giorno dopo quasi spalo neve. In piena febbre da agricoltura biologica, seduto in treno parlo al telefono con un amico parimenti impazzito, ci si scambia apprezzamenti sulle virtù del cavolo nero e le delizie del retrogusto amaro del cavolo cappuccio crudo. Ieri sera all'esselunga incrocio la velina Palmas , in tuta e coda di cavallo. Faceva la spesa, si chinava incautamente nei miei pressi, sceglieva ortaggi e frutta. Subito il dubbio: le chiedo di sperimentare con me la posizione del missionario techno in mezzo alle clementine o quella del fantino al recupero sul banco dei cachi bio? Nell'indecisione ho desistito, ho continuato a selezionare la mia insalata iceberg rimandando la possibile attività fisica, ma era anche tardi e si era tutti di fretta. A casa nel ciotolone ho soprassieduto con l'aceto balsamico, gli ho dato di limone, sempre bio.

We must chuck them

Robert (Michael Caine), a David (Nicholas Cage): Robert: David, this shit life.. we must chuck some things. We must chuck them.. in this shit life. There's always looking after. You have time. David: Thanks. Da: The Weather man , di Gore Verbinski (e chi l'ha visto l'ha visto)

La frase di Nicola

Ottobre, un mese senza personalità. Roba che vorrei sedermi sul divano e aspettare che passi. Novembre è già più imponente. Già il suono: Novembre . Comunque, vengo da due settimane di duro lavoro, stamattina spremevo un'arancia e quando la buttavo nel secchio premendo il pedalino pensavo che il mio cervello non deve avere un aspetto parecchio diverso al momento. Ma veniamo a noi. Tutti i periodi hanno delle ricorrenze, in ottobre per me ricorre la Frase di Nicola. Costui era un amico di mio padre. Se ne andava in giro per il paese con le mani dietro la schiena, gli occhiali in spessa montatura nera, la pipa e un impermeabile a cui d'inverno aggiungeva l'imbottitura. Parlava poco, quasi niente. Non ricordo mai che mio padre gli facesse o ricevesse da lui una telefonata, sarebbe stato inutile, un gesto muto nonché costoso. Si incontravano per strada, sul lavoro, al bar. Dietro quel silenzio, annidata sotto quella profonda calma, mio padre sospettava la presenza di un'int

Bamboccioni

La difesa del bamboccione sui giornali di oggi è penosa. Io il termine gliel'appoggio in pieno, una fotografia esatta. Se uno vuole andare fuori di casa rimboccandosi le maniche ci riesce sempre, anche in Italia, e quelli che non ci provano sono giusto i bamboccioni di Schioppa. Se poi uno NON ci vuole andare fuori di casa, che credo sia il caso dei più, allora è un'altra storia. Quelli non sono bamboccioni ma sono furbi , e le soluzioni del governo non serviranno a stanarli senza i lacrimogeni.