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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

Ricostruire chiese solide

Benny ha fatto pure lui un bel bagnetto mediatico, che fa tanto bene alla pelle e pure all'immagine, ed è andato a distribuire carezze e abbracci nelle terre del terremoto. Forrei appracciarfi tutti uno at uno, è la frase che riecheggia su giornali e tiggì, sarà contento il ghost writer, anzi l'holy ghost writer, ha funzionato. Stasera in preda a zapping furioso ho anche intravisto Vespa con una tshirt inneggiante alla ricostruzione aquilana avvolta attorno al collo ed una studentessa che, intervistata in uno dei servizi sul campo, confessava che aveva rivalutato parecchio il Papa dopo la visita di oggi, che lo aveva pensato sempre più distante e distaccato ma che si era ricreduta del tutto guardandolo in quegli occhi profondi pieni di spiritualità . Ora tra le cose che avrebbero potuto redimerla questa mi va a scegliere proprio gli occhi , pazienza. Cosa più interessante, Benny ha dovuto rinunciare all'elicottero, causa pioggia, e si è fatto il percorso in macchina , co

Dio non è grande

'C'è un paradosso fondamentale nel cuore della religione. I tre grandi monoteismi insegnano agli uomini a considerarsi spregevoli, quali miserabili e colpevoli peccatori prostrati davanti a un dio irato e geloso, il quale, secondo racconti discrepanti, li avrebbe creati o dalla polvere e dal fango o da un grumo di sangue. Le varie posizioni della preghiera di solito imitano quella del servo impetrante di fronte a un monarca irritabile. Il messaggio è quello di sottomissione, gratitudine e timore perenni. La vita è di per sé una povera cosa: un intervallo in cui prepararsi per l'aldilà o per la venuta - o seconda venuta - del messia. D'altro canto, quasi a mo' di compensazione, la religione insegna agli individui a essere estremamente egocentrici e presuntuosi. Li assicura che dio si prende cura di loro singolarmente e proclama che l'universo è stato creato con essi, specificamente, in mente. Questo spiega l'espressione altezzosa di chi pratica la religione i

Thanks John

Stanotte ho sognato John Lennon. Nel sogno ero nel mio letto, dormivo, poi aprivo piano gli occhi e lo vedevo in piedi al capezzale, nella penombra, con i suoi capelli lunghi e gli occhialini. Ci siamo guardati immobili per una decina di secondi poi lui ha parlato sottovoce e mi ha detto in italiano con marcato accento inglese: Quando dormi non tenere i piedi uno sull'altro, tienili separati . Poi è sparito ed io ho continuato a dormire. Da sveglio, a piedi separati, ho ripensato alla cosa. La prima considerazione è stata che in questo famoso altro mondo non hanno veramente un cazzo da fare.

Un bel cioccolatino

Qualche giorno fa ricevevo la visita pomeridiana di un amico accompagnato dalla figlioletta seienne. Comodi sul balcone si parlava del più e del meno quando improvvisamente il demone delle figure di merda si impadroniva del mio corpo, girava la mia testa verso la bambina e le diceva con tono invitantissimo attraverso le mie corde vocali: Allora, Mariella, lo vuoi un bel cioccolatino? Detto questo, il demone mi abbandonava. La fanciulla mi fece un sorriso col quale comunicava che l'avevo letta nel pensiero, che lei il cioccolatino se lo stava già immaginando, il suo cervello stava già rievocando la memoria del gusto e del profumo di un 'bel' cioccolatino, le sue ghiandole salivari pavlovianamente si stavano attivando per impastarlo e scioglierlo nell'imminente masticazione. Per corroborare il concetto mi fece anche un gesto di assenso con il capino. La domanda dunque era stata fatta, la risposta era giunta affermativa, ora mancava una sola cosa: il cioccolatino . C'

Basse frequenze

In macchina stamattina ascoltavo radiodue. Parte il notiziario e tra una cosa e l'altra vengo a sapere che Marco Baldini è il vincitore de La Fattoria . Pausa. Riprende il Ruggito del Coniglio e Marco Presta manifesta al microfono la mia stessa lecita perplessità: ma è normale che un notiziario Rai si premuri di informarci su chi sia il 'vincitore' di una stronzata di programma tv che per giunta va in onda su una rete avversaria? Chevvedevodì.

Infanzie difficili

Le pubblicità di certi detersivi per pavimenti propongono con una certa ripetitività immagini di bambini che giocano sdraiati a terra nei cessi . Cessi spaziosi con pavimenti bianchissimi e lucidissimi, dove i fanciulli strisciano e fanno andare le loro macchinine o fanno le loro costruzioncine. Dietro di loro, la tazza del cesso aperta e felice con il fedele bidè. Allo spettatore non è dato sapere se qualcuno sia da poco andato a cagarci e ne sia appena uscito calpestando bambini e giocattoli, così come non è dato sapere che aria tiri lì dentro. Possiamo solo sospettarlo o temerlo. Una volta passato lo spot non riesci più a concentrarti sul film, pensi a come mai quei poveri bambini se ne stiano a giocare tutto il tempo sul pavimento del cesso, come mai non abbiano un giardino, una cameretta o almeno un'altra stanza qualsiasi.

Sofferenza subliminale a Pasquetta

Il Costo di raggiungere tra ingorghi e soste ai semafori un ristorante vista-mare lontano 50 chilometri da casa per mangiare 40 grammi di spaghetti con le vongole presentati in un piatto artisticamente guarnito, con tutt'intorno tavoli affollati da vecchiacci starnutenti e cuccioli d'uomo schiamazzanti, per poi rifarsi all'indietro i 50+20 chilometri sotto la pioggia per vie alternative onde evitare solo in parte la coda del rientro, è palesemente superiore al Beneficio ottenuto dall'operazione. Un divario talmente potente da lasciarsi alle spalle la parola Costo per evocare la più consona Supplizio . Ciò nonostante la razza umana persevera in certe azioni rituali e autolesive. O forse una ristretta selezione di quella meno evoluta razza. Evidentemente il clima della Pasqua impone un coefficiente di sofferenza che poi ognuno applica a sé stesso secondo un filtro personale, consapevolmente o inconsapevolmente. Quindi c'è Tafazzi , ci sono i Battenti di Verbicaro

Dilemma del prosciutto

Dopo una passeggiata al sole a parlare di massimi sistemi e di topa siamo entrati in questo snack-bar. C'è un poster di padrepìo incazzato messo sopra ad un flipper. Prendo una limonata, il mio amico chiede un tramezzino al prosciutto. Il giovanotto dall'altra parte del banco sistema il tagliere e poggia il coltello sul pezzo di carne oleosa, indugia, poi alza gli occhi e dice con un'aria preoccupata: Vorrei ricordarle che oggi è venerdì santo. L'eretico che mi accompagna fa un cenno di sorpresa, poi guarda me, poi riguarda il barman che è in attesa con la lama ferma. Io sorseggio il mio limone e temo il peggio. Cioé lei pensa che esista qualcuno che potrebbe prendersela a male per il mio tramezzino più del povero maiale che ci ha lasciato personalmente la pelle? Il tizio incassa e comincia a tagliare le fette con la faccia di quello che sfugge alle polemiche e che il cliente anche se stronzo ha sempre ragione. Gli prepara il tramezzino e glielo dà un po' schifato.

Motosola

Motorola, quella dei telefonini a panino, quella dello Startàc, quella del Razr, quella dei microchip nei computer Apple. Ma anche quella delle centinaia di licenziamenti e della sospetta aria di chiusura respirata qua e là. I telefonini in fondo non erano male, ricordo di averne sempre avuto una buona percezione in quegli anni 90, almeno fino all'arrivo dei Nokia nella mia vita. Con il primo Nokia tra le mani capii che tutti gli altri erano delle pippe e li abbandonai senza pietà. Dei motorolini continuai a seguirne la storia, come un vecchio fidanzato, sbirciandoli tra le mani di amici e colleghi, con una punta di malinconia speravo di rivederli un giorno al top, trendy, cool, ma non è più accaduto. Poco fa l'epilogo dinanzi ai miei occhi, signore e signori il Motorola Evoke . Ma cosa cazzo evoke? L'ennesimo commovente clone del gioiello trendsetter di Cupertino. Una tristezza infinita. E me li immagino tristi pure loro, i manager e i dipendenti, sconfitti, con il capo

Villaggio a Porta a Porta

Parlando del suo Fantozzi ha detto in scioltezza ad un Vespa celebrativo: Vede, Fantozzi potrebbe essere lei, da servo, da suddito.. Fantozzi è solo la paura del potere..

Creativi Cattivi

La rassegna della Comunicazione non piaciuta o non accettata. Creatives are bad . Mi sembra un'idea molto interessante, un vento buono che soffia da sud e che ha già raggiunto la Spagna. Sabato vado a dare un'occhiata nella bella Cava de' Tirreni.