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Visualizzazione dei post da aprile, 2007

Scritture che si avverano

Avevo evocato lo spirito del viandante , un dimenticato approccio al cibo e alla tavola. Incontro degli amici nelle campagne di Romagna e vengo miracolosamente esaudito . Grazie.

Riassunto: 300

Ci sta questo che fa il re senza tanti soldi e con le pezze addosso. Poi ci sta un marocchino che vende le cape di morto che arriva a moviolone e lo fa incazzare al re che gli girano le palle e con un calcio nella panza lo butta nel pozzo di kingkong. Poi questo re pieno di denti bianchi non si riesce a calmare il nervosismo e si arrampica fino a sopra l'ospizio dove stanno cinque nani e una zoccola mbriaca per chiedere se hanno il valium. Questa gli dice che non è cosa di stare nervoso, che si deve calmare, che non si deve prendere le medicine, che fanno male. Il re però sta troppo ingrippato e manda affanculo i nanetti e la zoccola, scende al paese e si va a mettere senza mutande fuori al balcone perché la notte fa assai caldo e con l'umidità sembra ancora di più. Poi siccome per televisione non fanno niente va dentro e gli porta il té fresco alla moglie nel letto che dice andòfafreddo e fanno cinque sei posizioni consecutive. Questa moglie è pure molto bona e si deve dire. I

Toccatori di cani

Esco col cane in braccio e vi incontro, ci siete tutti , non manca nessuno. Vieni vecchietta con la manina alzata e il sorrisetto, tocca il capino del mio cagnino, carezzina, due, tre. Vieni adolescente inquieta, liscia il capino, chiama anche le tue amiche, lisciate, brave. Vieni anche tu omino burbero insospettabile, sciogliti dinanzi al mio cagnino, toccalo pure, fammi le domandine , quanti anni ha, certo, come si chiama, è femmina, vai così, non fermarti. Oh ecco anche te madre con il paio di figlioli iperattivi, indica ad essi il mio cagnino come fosse la playstation, ecco le loro manine che palpano le orecchie, ecco i sorrisini. Uno dei due non vuole lisciare ma tu madre lo inciti, accarezza il cagnino, guarda che bello, come è educato, palpa pure, tanto il signore qua non ha un cazzo da fare. Possiamo, morde? Ma no che non morde. Ma quanto ce li avete rotti i coglioni a me e al mio cane? Si potrà mai stimare questa quantità? E perché chiedete il permesso quando già c'avete m

Cose di oggi

- Al sole caldo in maglietta steso sulle margherite tra cani che correvano contenti. La ragazza col bassotto ha una bella voce ma di alzarmi per guardarla non mi va, magari la prossima volta, facciamo che è carina; - Pagato dazio a Dicamò , quasi volontariamente, andandogli incontro senza paura (per chi sa, gli ho detto cento mila); - La pizza friarielli con salsiccia da Gigi a Bologna è una di quelle sorprese che possono cambiarti l'umore per i sette giorni successivi;

Leggi di mercato

Uno per studiarle dove va? Va al mercato. Meglio al mercatino. Meglio ancora, in un mercatino del sud. Luoghi dove la tristezza del prezzo fisso non arriva, non attecchisce. Si negozia su tutto, dal copriletto allo scopino del cesso. Dice la microeconomia, il prezzo di equilibrio, la domanda e l'offerta, ma che sono? La contrattazione ascoltata: signora : giuvinò stu cazon quant o facit? >giovanotto questi pantaloni quanto costano? mercante : vind eur signò >venti euro signora signora : ae vint eur! E mo vac a cattà o' negozie! >ma per favore! Venti euro! A quel prezzo lo compro in negozio! mercante : o' negozie sta' quaranda. >in negozio costa quaranta euro signora : ma stateve zitt, facitammell riec ia! >ma cosa dite, datemelo per dieci euro, su! mercante : signò stamm a pasca nu stamm a natal! >signora è Pasqua non è Natale! signora : e ia, facit o brav.. (prende i dieci nel borsello con una moneta da due) >ma su, faccia il bravo.. mercante : sig

Preti e palloni

Il tergicristalli al ritmo di una canzone di qualche sanremo fa, la pioggia all'incrocio ha cancellato l'amico nordafricano che mi svuota il cruscotto dagli spicci. Tutto grigio e gocce quand'ecco una grossa macchia nera scivolare da sinistra . La spazzola ripassa sul vetro, la macchia diventa un prete grassoccio in bicicletta. La veste tirata su, una mano sul manubrio, l'altra tiene sulla testa un libro zuppo. Un prete un po' incazzato, dice cose tra i denti, tra una pedalata e l'altra, tra un gocciolone gelido nell'occhio e uno nel colletto bianco, chissà che dice . Lo guardo andare, riparto, pilota automatico. Strimpellìo d'arpa e sono negli anni ottanta, un ragazzino che tira calci a una palla nel piazzale della chiesa. 'Vietato giuocare al pallone' , il cartello era chiaro, appeso sulla grottina della madonna avvinghiata nel rampicante. Ma in quell'approssimativo agglomerato urbano non c'erano scelte. Se volevi giocare al pallone sen