Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2007

Cervelli indifesi

E lunedì era arancio, martedi giallo, mercoledi verde, giovedi blu, venerdi fucsia, il sabato celeste e la domenica rossa. I dannati colori del bordo pagina del giornalino della GuidaTv tra gli anni '70 e '80. Nulla da fare, mai più dimenticati, i giorni della settimana per quanto riguarda me ed il mio profondo inconscio saranno per sempre colorati così. Oh voi che crescete bambini, attenti alle cazzate indelebili che gli scivolano nella testa, almeno fategli scegliere i colori dei sette giorni. Cosa avrei dato perché il venerdi non fosse fucsia.

Gli ignoti di Frizzi

I Soliti ignoti su raiuno è un format valido. Il coinvolgimento a casa nell'analisi delle identità è garantito nonché molto divertente. Qualcuno direbbe che è anche educativo, per capire il mondo senza lasciarsi ingannare dalle apparenze. Sarebbe il caso di dare più enfasi al momento in cui mostrano sullo schermo gigante le foto con gli ignoti svelati, durante le loro attività lavorative . La grande vincita è rara ma rispetto allo scialbo competitor di canale 5 (ove il picco lo fanno le cosce della Lydie Pages e della Moreira) spesso e volentieri i concorrenti si portano a casa piccoli gruzzoli che non fanno mai male. Nelle prime puntate i conduttori erano due: Frizzi e il montatore! Mai visti tanti tagli e giunzioni ad arte con applausi coprenti e frasi morte sul colpo, evidentemente Frizzolone faceva fatica a stare nei tempi e ce l'hanno fatto stare a martellate. Adesso la mannaia lavora meno però la conduzione rischia la routine , il campionario di frasi confezionate per i

La vecchia terrorizzata

E' una vecchia alta più o meno quanto un pastore tedesco, la becco prevalentemente in ascensore. Un'espressione costantemente terrorizzata , che fa il picco quando apro l'abitacolo dopo averlo atteso e ci trovo lei dentro. Sguardo agghiacciato, manco fossi con il coltello in mano a sorprenderla nella doccia. Saluta balbettando con l'occhio strabuzzato e fugge via come un sorcio in fiamme, disperata, guardandosi le spalle. Ci mette ansia a tutti . Il bello è quando sul suo cammino trova qualche anziano apprensivo: il poveretto subisce un panico da induzione e comincia ad agitarsi allo stesso modo, si guarda attorno pure lui, chiede spiegazioni, balbetta. Quella trema e sbarra gli occhi. Quello gira su sé stesso. Parte un ballo di san Vito. Una mano sugli occhiali e una sul petto. Quella scappa via. Quello chiede cosa sta succedendo. Non sta succedendo niente. Però lui oramai l'ha incontrata e s'è agitato di brutto, scappa pure lui senza un motivo, guarda per ar

Lo spirito cattivo di Odifreddi

"Questa volta (Paolo, ndr) si fermò ad Efeso per tre anni, dove compì prodigi non comuni, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano. E quando alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch'essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi , successe che uno di questi spiriti cattivi rispose loro: Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete? Evidentemente, già allora gli affari erano questione di conoscenze..." (Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere Cristiani e meno che mai Cattolici - Longanesi)

Stella cadente

Ma come si fa a togliere il Brancaccio a Gigi Proietti? Mah, sarà il caldo che a certa gente dà alla testa. Ieri zigzagavo tra i canali Sky quando mi sono imbattuto nel nuovo programma di Costanzo, Stella . Tre o quattro famiglie collegate con lo studio tramite webcam, una gragnuola continua di email lette al volo, sms, e un tale che fa le ricerche sul web in tempo reale su temi e parole che evaporano nella sonnecchiante atmosfera. Costanzo è là, ingobbito e rantolante al centro di una scrivania. Da qui sputacchia tipo spruzzino da spiaggia e tra un pisolino e l'altro articola suoni e sibili all'indirizzo della giovane redazione e dei poveracci collegati da casa. Ogni tanto salta il collegamento, windows si esprime al massimo con fantastici crash in sequenza , voci che tartagliano, immagini senza audio e audio senza immagini. Lui, il Bollicinante, è sperduto tra i flutti del mare magnum della rete, un bidoncino vuoto sballottato dalle onde dei bytes. Non c'è nessun microfo

Paura di atterrare

Ci penso e ci ripenso e non mi va via. Duecento morti. Duecento vivi che si preparavano a sganciare le cinture, a sistemare il libro nel bagaglio a mano, a pensare che magari erano in ritardo, alle cose da fare. Uomini, donne, bambini. Duecento nomi. Duecento storie che bruciano e salgono nel fumo nero di San Paolo. Gli incidenti aerei fanno notizia per un giorno solo, poi si passa ad altro. I notiziari ci dicono che Padre Bossi è libero e che un fisioterapista narcotizzava, ciulava e fotografava i suoi pazienti ma nulla più del rogo del volo 3054 della Tam . I morti degli aerei hanno assunto negli anni una sorta di nuova valenza drammatica presso i media, un dolore veloce, un fast-pain passeggero e sbrigativo come la loro morte. Citato per dovere di cronaca, non ancora ignorato come i morti africani per fame. Nessun assassino, nessun piano, nessun mostro, nessun terrorista, nessun italiano nella lista, niente sangue da vedere. A che serve soffermarsi, a chi serve. Duecento morti in u

Eroi oltre il finestrino

Oh uomo che lavori in tangenziale, tu che sistemi il catrame con la pala mentre il display mi segnala che là fuori ci sono 42 gradi. Noi sigillati nelle nostre lamiere in fila, noi immersi nelle nostre arie condizionate, passiamo piano e ti guardiamo come si guardano gli eroi. Oh uomo che lavori alle 13.00 in tangenziale sopra un mare duro di nero pece, tu sei la prova che cenere siamo e cenere ritorneremo.

Ma appartiene a chi?

Chi bisogna picchiare per il nuovo spot della Fiat? Delle due l'una, o è cambiato il brand manager alla comunicazione o è cambiata l'agenzia. Si perché passare dal capolavoro della bravo meravigliosa creatura alla stronzata attualmente on-air ci vuole un silos di fegato. E gli italiani sono davvero ritenuti così gonzi da farsi intortare da quattro foto e quattro faccette in bianco e nero con la musichetta e il discorsetto mellifluo letto da Tognazzi tra un sottaceto e l'altro? Alcune foto tra l'altro scelte con il più rigoroso 'a cazzo di cane'. Ditemi un po', il mio amor 'patrio' dovrebbe essere, secondo i comunicatori pagati da Fiat, acceso dalle facce di Veronesi, della Melato o della Hack? Se si (perché lo so che le agenzie barbine si riempiono la bocca con i loro sondaggi, con le loro slides delle ricerche di mercato) allora aggiungiamo delle didascalie con le spiegazioni (e magari un sms ove mandare un messaggino di voto positivo o negativo).

Bologna e le puttane

Che finisci la pizza e riprendi l'auto. Che svolti e sei sui viali. E lì a destra hai il circo delle puttane belle, dei corpi scoperti dal caldo e dal mercato. E cento frecce lampeggianti di macchine ferme, e numeri e cazzate dai finestrini. E mentre col resto del traffico sterzi e scorri sulla corsia libera, ti parte quella profonda riflessione. Che se a Bologna non ci si buttasse a sinistra, si finirebbe tutti quanti a puttane.

Bondi l'ottimista

L'ex comunista tiepido Bondi, intervistato da Stefania Rossini sull'Espresso di qualche mese fa: ' ..Anche quando guardo mio padre, un uomo pieno di coraggio e dignità, un comunista che negli anni cinquanta era emigrato in Svizzera a spaccare pietre, oggi reso muto da un ictus. Anche lui ha cambiato idee politiche e, quando mi vede, vorrebbe parlare, si sforza, si protende. Provo a immaginare quello che mi vuol dire'. Che cosa immagina? 'Forse che è un po' contento di me, che mi ha visto in televisione la sera..' Che volete io sono una merda, ma da curioso approfondirei la cosa e doterei questo povero babbo proteso di Bondi di qualche ultimo ritrovato della tecnologia, per farlo esprimere liberamente, per capire a fondo cosa vuol dire questo anziano uomo che spaccava le pietre in Svizzera quando si protende verso il Sandrino.

Canali senza Canalis

Elisabetta, ho messo giù un elenco di attività che potresti intraprendere invece di quelle che purtroppo ti ostini a svolgere. Fanne tesoro, vagliale una per una e giungi alla scelta finale solo con l'oculatezza che ti contraddistingue: - Vestirti da Mamuthones danzante ed entrare stabilmente nelle squadre folkloristiche del misterioso carnevale di Mamoiada , nelle terre di Sardegna; - Previo corso di specializzazione, prestare servizio nei negozi di ortofrutta, aiutando i consumatori a bussare sui cocomeri per capire con un ridottissimo rischio d'errore se dentro sono rossi e dolci oppure pallidi e insipidi; - Lavare quotidianamente la biancheria di una caserma di campagna china sulle rocce di un fresco fiume, usando profumati pezzi di sapone di Marsiglia e godendo della vita all'aria aperta; - Collaborare con i preziosi pastori della gallura , imitando senza alcuno sforzo il verso della pecora per richiamare gli ovini dispersi; - Asciugare con sapiente uso di spugnet

Calvino e la fantasia

'L'umanità sarà ancora capace di fantasia nel duemila?' gli chiese il regista Maselli inquadrandolo nella cinepresa. E lui dopo un'interminabile pausa di dieci secondi: 'Sono piuttosto diffidente con questo imperativo della creatività. Io credo che per prima cosa ci vogliono delle basi di esattezza, metodo, concretezza, senso della realtà. E' soltanto su una certa solidità prosaica che può nascere una creatività: la fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane. Se no, rimane come una cosa informe, come una marmellata, su cui non si può costruire niente.' (Italo Calvino)