Ci sono delle gaffe che fanno sospettare che la vita sia una forma di teatro sceneggiato da beffardi autori, e che questi se ne stiano su un divano cosmico a godersi certi momenti di puro spettacolo. Del tipo: al ristorante un cameriere ci ha portato una bottiglia di sangiovese, grandezza standard. Noi si beve poco, io andavo ereticamente di coca alla spina con ghiaccio. Locale affollato. Chiamo l'affannato inserviente, un tizio timido e rubizzo sui trent'anni e gli urlo mostrandogli la bottiglia che aveva appena portato: "Ce l'hai piccolo?". Il tipo accusa il colpo e arrossendo mi fa lo sguardo sorpreso. Io, pascendomi nell'equivoco, gli indico la bottiglia. Lui d'un tratto associa e un po' imbarazzato mi porge una battuta perfetta: "Non sono sicuro, devo guardarci..". A questo punto, non soddisfatto, affondo inconsapevolmente la lama e chioso con perfetto tempo comico sempre a voce alta: "L'abbiamo visto, ce l'avevi in mano prima dalle parti del bancone!" Tra risate diffuse, il rassegnato cameriere ci ha quindi portato una bottiglia piccola di sangiovese, e a me l'hanno spiegata dopo.
Qualcuno lanci una raccolta firme per fermare la riproduzione di Totò, dei De Filippo e qualche volta di Troisi, sui cartoni delle pizze d'asporto. Ieri a protezione della mia margherita c'era un Totò con fazzoletto rosso al collo che infilava tranci di pizza nelle bocche aperte di Eduardo e Peppino.