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Motosola

Motorola, quella dei telefonini a panino, quella dello Startàc, quella del Razr, quella dei microchip nei computer Apple. Ma anche quella delle centinaia di licenziamenti e della sospetta aria di chiusura respirata qua e là. I telefonini in fondo non erano male, ricordo di averne sempre avuto una buona percezione in quegli anni 90, almeno fino all'arrivo dei Nokia nella mia vita. Con il primo Nokia tra le mani capii che tutti gli altri erano delle pippe e li abbandonai senza pietà. Dei motorolini continuai a seguirne la storia, come un vecchio fidanzato, sbirciandoli tra le mani di amici e colleghi, con una punta di malinconia speravo di rivederli un giorno al top, trendy, cool, ma non è più accaduto. Poco fa l'epilogo dinanzi ai miei occhi, signore e signori il Motorola Evoke. Ma cosa cazzo evoke? L'ennesimo commovente clone del gioiello trendsetter di Cupertino. Una tristezza infinita. E me li immagino tristi pure loro, i manager e i dipendenti, sconfitti, con il capo chino dei copioni a scuola. La mancanza di personalità di un brand ostentata in questo modo è la sua pietra tombale, amen.

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