Leggo che l'America impazzisce attorno alle misteriose fattezze del mostro spiaggiato, poca roba. Io ne ho visti di più bizzarri senza neanche pensare di fotografarli. La scorsa settimana, ad esempio, me ne stavo seduto su una spiaggia libera e rovente dalle parti di Paestum, sacrificato sotto un ombrellone mignon condiviso con un vecchio amico sessuologo che mi istruiva sulla frequenza settimanale degli accoppiamenti nella razza umana. Un erotomane logorroico. Intorno a noi, una distesa di mostri di Montauk spiaggiati e vivi. Roba che al Washington Post ci scriverebbero per due settimane.
Il più vicino, a circa due metri davanti a me, era molto simile nella postura alla creatura americana ma a differenza di quella, molto più gonfio. Una femmina. Il suo misero ombrello a strisce riusciva con tutta la buona volontà ad ombreggiarle solo una fetta di chiappa.
Vista da trequarti, un beffardo effetto prospettico restituiva l'immagine di una megattera arpionata. Le crocs lì di fianco sembravano due gommoni di Greenpeace. Il resto del misterioso corpo era abbandonato ad una profumata cottura.
La testa era parzialmente visibile, l'essere aveva scavato una conca per affondarvi la faccia, rimaneva fuori un malloppo cheratinoso nero e sfilacciato, tipo mocio Vileda. Forse i capelli?
Due grosse bocce di carne sopportavano la pressione della grande massa corporea, due parabordi schiacciati sul telo, a sua volta schiacciato nella sabbia. Le tette?
E poi c'era il culo. Inequivocabilmente il culo. Quello non lo confondi, d'altronde anche quello del mostro di Montauk è palese. La discussione la fanno sul becco e i denti, mica sul culo.
Ebbene guardando quel culo messo così, uno subito pensa che la terra è tonda. Un costumino brasiliano era completamente risucchiato da un vorace sfintere, un mostro dentro il mostro, un ospite annidato là, in mezzo ai profondi chiapponi, come un aspirapolvere ciclonico Dyson. Un buco nero ma anche beige. Un tizio è passato inavvertitamente con una lattina di coca e se l'è vista sparire dalla mano. Scomparsa. Aspirata dal buco. Un altro raccontava che il giorno prima, allo stesso signore era svanita sempre sopra quel culo una lattina di coca light, e ad un altro era sparito un pacchetto di Mentos. C'era stato un geyser di mezz'ora e i bimbi avevano giocato felici tra le gocce.
Poi, oltre quell'invalicabile culo, due zampettine gonfie e nere ardevano nei fumi dei quaranta gradi. Un procione? Una testuggine senza carapace? Una che invece si era mangiata carapace, testuggine e pure il procione? Non l'ho capito, ma nemmeno faccio tutto il casino che fanno in America.
Il più vicino, a circa due metri davanti a me, era molto simile nella postura alla creatura americana ma a differenza di quella, molto più gonfio. Una femmina. Il suo misero ombrello a strisce riusciva con tutta la buona volontà ad ombreggiarle solo una fetta di chiappa.
Vista da trequarti, un beffardo effetto prospettico restituiva l'immagine di una megattera arpionata. Le crocs lì di fianco sembravano due gommoni di Greenpeace. Il resto del misterioso corpo era abbandonato ad una profumata cottura.
La testa era parzialmente visibile, l'essere aveva scavato una conca per affondarvi la faccia, rimaneva fuori un malloppo cheratinoso nero e sfilacciato, tipo mocio Vileda. Forse i capelli?
Due grosse bocce di carne sopportavano la pressione della grande massa corporea, due parabordi schiacciati sul telo, a sua volta schiacciato nella sabbia. Le tette?
E poi c'era il culo. Inequivocabilmente il culo. Quello non lo confondi, d'altronde anche quello del mostro di Montauk è palese. La discussione la fanno sul becco e i denti, mica sul culo.
Ebbene guardando quel culo messo così, uno subito pensa che la terra è tonda. Un costumino brasiliano era completamente risucchiato da un vorace sfintere, un mostro dentro il mostro, un ospite annidato là, in mezzo ai profondi chiapponi, come un aspirapolvere ciclonico Dyson. Un buco nero ma anche beige. Un tizio è passato inavvertitamente con una lattina di coca e se l'è vista sparire dalla mano. Scomparsa. Aspirata dal buco. Un altro raccontava che il giorno prima, allo stesso signore era svanita sempre sopra quel culo una lattina di coca light, e ad un altro era sparito un pacchetto di Mentos. C'era stato un geyser di mezz'ora e i bimbi avevano giocato felici tra le gocce.
Poi, oltre quell'invalicabile culo, due zampettine gonfie e nere ardevano nei fumi dei quaranta gradi. Un procione? Una testuggine senza carapace? Una che invece si era mangiata carapace, testuggine e pure il procione? Non l'ho capito, ma nemmeno faccio tutto il casino che fanno in America.
saluti dall'erotomane logorroico
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