Mio nonno a ottantadue anni girava per le stanze aggrappato ad un bastone, al posto dello scroto aveva un caciocavallo e portava un cinto erniario tipo mezzogiorno di fuoco. I denti gli rimanevano attaccati alle fette di pane e spesso giravano per casa da soli tipo pacman. Il cervello nel cranio gli era scaduto come lo yogurt e spesso confondeva i parenti con i mobili e viceversa. Era in pratica l'epilogo pietoso di un essere umano, un evaso dal sepolcro. Per carità a me dispiace, ma avrei tranquillamente fatto a cambio con un nonno così, oltre che per un discorso genetico ed economico, anche per aumentare significativamente le visite di cortesia.
Qualcuno lanci una raccolta firme per fermare la riproduzione di Totò, dei De Filippo e qualche volta di Troisi, sui cartoni delle pizze d'asporto. Ieri a protezione della mia margherita c'era un Totò con fazzoletto rosso al collo che infilava tranci di pizza nelle bocche aperte di Eduardo e Peppino.