Quelli che vanno molto piano in macchina, quando uno se li trova davanti la prima volta, potrebbe pensare che siano persone prudenti e calme, che si preoccupano per se stesse e per il prossimo, che vogliono inquinare poco, che amano la natura e non vogliono rischiare di tirar sotto qualche gatto, che vogliono godersi il paesaggio, che stanno trasportando bambini o altri cuccioli e non vogliono sballottarli, che non vogliono prendere buche per salvaguardare le ammortizzazioni, che stanno riflettendo su problemi esistenziali o sugli estremi dolori della vita e si tengono al margine, lasciando fluire il traffico alla loro sinistra.
Poi però, dopo averne incontrato più d'uno allora capisci che quelli che vanno molto piano in macchina:
sono uomini o donne inabili alla guida di qualsiasi veicolo, che tremano con lo sterzo in mano guardando tutti e tre gli specchietti freneticamente con occhi che frullano nelle orbite. Tu sei a un centimetro dalla loro targe e maledici tutte le scuole-guida e tutte le patenti indebitamente consegnate, in questo paese surreale dove tutti hanno il diritto di essere automobilisti.
Sono teste di cazzo in perenne debito con l'esistenza, casi umani che stanno al centro della strada e che, se si accorgono che vuoi sorpassarli ti stringono a sinistra, perché devi stare zitto e dietro, perché la velocità di marcia è stata decisa e tu devi soffrire con loro, devi subire il loro senso di inidoneità al cosmo.
Sono persone che non hanno una minchia da fare nella vita, e probabilmente non ce l'hanno mai avuta e mai l'avranno, sono esseri che guardano solo avanti, esseri per cui il passato non esiste, che non si guardano mai indietro, anche perché se si guardassero indietro troverebbero te con una scure e lo sguardo di Nicholson in Shining.
Sono facebookers, twittatori, scrittori di SMS o cambiatori di CD nonché eterni impostatori di navigatore satellitare che non hanno mai capito come funziona. Sono esseri prossimi ad impatti violenti a voli carpiati fuori da quel parabrezza che non vedono l'ora di sfondare, per essere multimediali e smart fino all'ultimo respiro, al ralenti, beati in mezzo ad una pioggia di frammenti di cristalli.
Sono anziani morenti, carcasse aggrappate allo sterzo che infestano strade provinciali, statali e spesso autostrade. Guidano mentre sgranano un rosario o mentre ascoltano Radio Maria. Non vedono oltre il bollino dell'assicurazione. Alcuni vorrebbero anche cambiare marcia, mettere la terza, ma il polpaccio in decomposizione gli impedisce di premere sulla frizione. Spesso muoiono dopo aver messo la freccia ed essere spariti dalla tua visuale alla prima svolta.
Buone vacanze anche a voi, cari amici che andate sempre piano, vi auguro di andar sempre sani e lontani (da me).
Poi però, dopo averne incontrato più d'uno allora capisci che quelli che vanno molto piano in macchina:
sono uomini o donne inabili alla guida di qualsiasi veicolo, che tremano con lo sterzo in mano guardando tutti e tre gli specchietti freneticamente con occhi che frullano nelle orbite. Tu sei a un centimetro dalla loro targe e maledici tutte le scuole-guida e tutte le patenti indebitamente consegnate, in questo paese surreale dove tutti hanno il diritto di essere automobilisti.
Sono teste di cazzo in perenne debito con l'esistenza, casi umani che stanno al centro della strada e che, se si accorgono che vuoi sorpassarli ti stringono a sinistra, perché devi stare zitto e dietro, perché la velocità di marcia è stata decisa e tu devi soffrire con loro, devi subire il loro senso di inidoneità al cosmo.
Sono persone che non hanno una minchia da fare nella vita, e probabilmente non ce l'hanno mai avuta e mai l'avranno, sono esseri che guardano solo avanti, esseri per cui il passato non esiste, che non si guardano mai indietro, anche perché se si guardassero indietro troverebbero te con una scure e lo sguardo di Nicholson in Shining.
Sono facebookers, twittatori, scrittori di SMS o cambiatori di CD nonché eterni impostatori di navigatore satellitare che non hanno mai capito come funziona. Sono esseri prossimi ad impatti violenti a voli carpiati fuori da quel parabrezza che non vedono l'ora di sfondare, per essere multimediali e smart fino all'ultimo respiro, al ralenti, beati in mezzo ad una pioggia di frammenti di cristalli.
Sono anziani morenti, carcasse aggrappate allo sterzo che infestano strade provinciali, statali e spesso autostrade. Guidano mentre sgranano un rosario o mentre ascoltano Radio Maria. Non vedono oltre il bollino dell'assicurazione. Alcuni vorrebbero anche cambiare marcia, mettere la terza, ma il polpaccio in decomposizione gli impedisce di premere sulla frizione. Spesso muoiono dopo aver messo la freccia ed essere spariti dalla tua visuale alla prima svolta.
Buone vacanze anche a voi, cari amici che andate sempre piano, vi auguro di andar sempre sani e lontani (da me).
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