
Due passi avanti e mi ritrovo a lisciare un kayak, 'na canoa, insomma 'sto coso che solo per portarlo in giro ci vuole una ditta traslochi, però è ganzo, mi ci vedo a scendere tra le rapide nel tranquillo uichénd di paura mulinando il remo, si lo potrei proprio fare, a me che piace tanto l'acqua poi, mi segno il numero del corso, è un cellulare sulla locandina, chiedere di Domenico. Magari compro già il remo per motivarmi, che ne sai che poi non lo ritrovo.
Spé ma quello è uno stivale nero da fantino, da piccolo il babbo mi voleva far fare equitazione, poi mio nonno fece sfumare la cosa dicendo che mi sarebbero venute le emorroidi a grappolo e che avrei camminato a gambe aperte tutta la vita. Tutti rimasero terrorizzati, all'epoca il mondo di Quark, Elisir e Medicina 33 erano mio nonno. Finii in una vasca vivaio, tipo anguilla d'allevamento, a schizzare acqua con decine di altri bimbi fessi. Avevano optato per il nuoto, ma dopo sei mesi ero già tornato all'asciutto. E se la facessi adesso st'equitazione? Mi ci vedo a cavallo, mi misuro il cappello, metto il guanto aderente, porca troia io sono nato per correre al galoppo nelle brughiere, per strigliare il mio destriero, per saltarci sopra dal secondo piano della casa, come Zorro. Su quest'ultima scena si rifanno vive le emorroidi del nonno, sento una fitta e mi tocco il culo, la commessa passa e sorride, le solite figure di merda.
Il tennis è bello ma è na fatica boia, per il basket se non sei alto e nero dove cazzo vai, pallamano manco a dirlo, per il calcio c'è la tv. Proseguo veloce, volto l'angolo e mi ritrovo in un bosco di mazze da golf. C'è uno col capello brizzolato che soppesa un paio di ferri estasiato, ne prendo una anch'io, leggera, liscia, me la metto sul fianco tipo spada. C'è uno specchio, c'è un coglione riflesso, sono io. Il golf mi ispira parecchio, con calma, posizione culo in fuori, gambettina da Malgioglio e stàc guardo la pallina che va lontano, lo schiavo che mi porta le mazze, passeggiatina con scarpina che affonda nell'erbetta e poi tàc, ultimo colpettino, buca. Mi chino vittorioso, recupero la pallina e la metto in tasca salutando con l'altra mano il pubblico di conigliette di playboy. C'è coso là, quello del grande fratello, il cugino del Papa, Ascanio. Lui frigna che il golf va sdoganato, che è per tutti e non per pochi. La borsa costa 190 euro, ma si dài c'ha ragione, la mano è già sul portafogli quando vedo lei.
Fluttua e ammicca, profuma di gomma buona. E' la muta della Mares, le pinne con il taglio per una migliore propulsione, i boccagli che luccicano, le maschere top di gamma. Io sono un sub nato, io devo ascoltare il richiamo del mare, voglio andare 30 metri sotto a guardare i relitti, mica a grattare le solite cozze dallo scoglio a mezzo metro. Prendo il numero di cellulare dalla vetrina, il corso lo faccio e non ci sono santi, mò basta. La muta quasi quasi me la misuro subito, la XL mi va per forza, ma te le fanno misurare le mute? Cioè mi devo togliere tutto, pure le mutande mi sa, mica posso metterla sulla biancheria? Sguardo in aria alla Verdone. Sono le ore 9 e il Decathlon chiude, vi preghiamo di avvicinarvi alle casse. Vabbé và, c'ho na fame dopo tutto 'sto sport. Però torno, giuro e mi bacio le dita.
Se vuoi ti nomino vicepresidente del Procrastiniamo Generation Club!!!
RispondiEliminaSaresti perfetto!
Oh, non per farmiicazzituoi, ma fai pubblicità a sto blog. Merita!
F.to
Sempre La Solita