
Trovo irritante ad esempio l'utilizzo abusato di parole astratte e collettive quando si parla di entità nocive e radicate come Mafia, Camorra, Ndrangheta e affini. Credo che nei media vadano utilizzate parole più forti e identificative che riportino il fenomeno sulle persone agenti senza alzarlo di livello. Non Mafia ma i mafiosi, i camorristi, e meglio ancora, i delinquenti mafiosi, i criminali camorristi. E ricordarlo sempre, ogni volta. Si parla di persone, per quanto nascoste, non di sigle. Si parla di delinquenti che giocano col sangue. Aiutiamo la gente a misurarli, a disprezzarli, questi vili.
Ogni volta che vedo le cronache dei mille morti ammazzati, fino alle bombe di Falcone e Borsellino, sento sempre parlare della Mafia che sapeva in anticipo le mosse, della Mafia che non ha perdonato, di Cosa Nostra che raggiunge e punisce ovunque, degli ordini partiti dal fantomatico terzo livello, etc. Immaginatevi i criminali responsabili che guardano il servizio in tv. Non pensate che avvertano come un senso di gratificazione? Rivedono le cronache dettagliate delle loro opere, celebrazioni romanzesche non scalfite dal minimo accenno di disprezzo. Per non parlare dei nomignoli alla Unabomber invece di coglione dinamitardo. I sistemi d'informazione donano a questa feccia dell'umanità la dignità di Lex Luthor.
Basterebbe ogni volta ricordarsi del giusto epiteto, ..a Capaci i vigliacchi mafiosi sapevano in anticipo il percorso.. A Duisburg i farabutti hanno sparato a viso aperto.. La polizia è sulle tracce dell'imbecille dinamitardo che al supermercato..
Recuperiamo gli utili dispregiativi, per un fatto educativo, nei tiggì, nei documentari, nelle fiction. Scrivetelo sui dvd come avete fatto sui pacchetti di sigarette: Si ricorda che Scarface è la storia di uno stronzo, Non dimenticate che il Padrino è la storia di una famiglia di delinquenti e assassini. L'informazione asettica in certi casi è dannosa. Laruffa, scatenati e fammi sognare.
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