
Ma veniamo al dunque: le svizzere (come mia nonna chiamava gli hamburger) non sono affatto male. Dalla mia esperienza visiva deduco che la popolazione femminile ha saggiamente eliminato la propria middle class. Nel senso che, camminando per Berna, per i suoi negozi e per i suoi locali, incontri o il cesso-cesso, quello che non si recupera, o la bona-bona, la figa di mirabile fattura che non hai niente da ridire. Quelle grassottelle ma carine, quelle col bel fisichetto ma brutte, quelle che se solo si sgonfiasse e s'aggiustasse un po', ecco quelle lì non le ho viste.
Nella Svizzera tedesca c'è buona opposizione ad una legge anti-fumo, ragion per cui finché non la fanno, nella gran parte dei locali tutti magnano e si fumano allegramente in faccia. Nei tre ristoranti e bar in cui sono stato non era nemmeno pensata una zona non fumatori. Dice: ma non erano civilissimi? Si ma a quanto pare gli è sfuggita 'sta cosa del fumo passivo insieme a quella del culo appiccicoso.
Tra gli altri, un simpatico svizzero deve aver notato il mio disagio nella disperata ricerca di un tavolo salvo dai fumi ed è venuto a sedersi proprio di fronte. Per tutta la cena questo buontempone ha fumato fetide sigarette una dopo l'altra sbuffando grigi miasmi nella nostra direzione. Al momento del dolce faceva addirittura gli anelli flettendo la lingua. Un artista, che dio l'abbia in gloria, presto.
A Berna si mangia di merda. Accompagnato dai soliti invasati compagni di viaggio mi sono fatto trascinare alla scoperta dei cibi tipici. Una merda, appunto. Consiglio quindi vivamente di fare una capatina nei numerosi ristoranti e pizzerie di italiani, che la fonduta te la fanno anche loro e meglio.
A Berna non c'è problema di parcheggio, si trova e costa molto poco. In compenso altre cose costano molto e rendono la vita abbastanza cara ad un italiano in visita, malgrado la superiorità dell'euro. C'è infine da dire che la città non è presa d'assalto, neanche al sabato sera. E' vivibile, ciclabile, ascoltabile e respirabile.